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Toti, Taormina denuncia la giudice: "Abuso di potere per costringerlo alle dimissioni"

Rita Cavallaro
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Sulla prigionia politica di Giovanni Toti è scontro aperto. Da una parte l’opposizione giustizialista che chiede le dimissioni, dall’altra il garantismo del centrodestra. E in mezzo l’indignazione per la mancata revoca degli arresti domiciliari. Ad alzare le barricate in difesa del governatore della Liguria, nel giogo della magistratura dal 7 maggio scorso perché non si dimette e si dichiara innocente, è stato l’avvocato Carlo Taormina, che ieri ha annunciato su X: «Lunedì presenterò una denunzia contro il gip di Genova Paola Faggioni per aver, violando la legge che richiede fatti concreti per diagnosticare il pericolo di reiterazione di reati, e quindi abusando del potere, tentato di costringere Toti a dimettersi da presidente della Regione». La denuncia del legale si basa sulle motivazioni con le quali il gip, venerdì scorso, ha rigettato la richiesta di revoca delle misure cautelari, o in alternativa l’attenuazione, presentata dal difensore Stefano Savi. Il legale aveva atteso la fine della campagna elettorale delle Europee per depositare l’istanza, in modo che venisse meno il pericolo di reiterazione ravvisato dalla giudice in vista del voto dell’8 e 9 giugno scorsi.

 

 

Ma non è servito a nulla, perché la gip ha spostato l’asticella all’anno prossimo: «È evidente, anche alla luce dei recenti sviluppi investigativi, la permanenza del pericolo che l’indagato possa reiterare analoghe condotte - peraltro ritenute pienamente legittime e corrette dal predetto - in vista delle prossime competizioni elettorali regionali del 2025 (odi ulteriori eventuali competizioni elettorali), per le quali il predetto aveva, peraltro, già iniziato la relativa raccolta di fondi». Inoltre «tale pericolo si configura vieppiù concreto ove si consideri che il predetto continua tuttora a rivestire le medesime funzioni e le cariche pubblicistiche, con conseguente possibilità che le stesse vengano nuovamente messe al servizio di interessi privati in cambio di finanziamenti», si legge.

 

 

La difesa ora farà ricorso al Riesame, mentre l'avvocato Taormina denuncerà il gip per abuso di potere. Nel mentre i 5 Stelle sono tornati a pretendere la testa di Toti. Il senatore grillino Luca Pirondini ha perfino chiesto l’intervento del governo Meloni per sbloccare la situazione e spingere il governatore a lasciare la poltrona. Eventualità remota, a ben vedere le dichiarazioni di Matteo Salvini, il quale parla di accanimento. E pure quelle del vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè: «Toti deve decidere autonomamente se è nelle condizioni di governare e amministrare la Liguria: se è straconvinto di fare il bene dei liguri, se pensa che le opere possano andare avanti, allora non si dimetta». Il forzista ha aggiunto che «se invece pensa che questo suo permanere in uno stato di restrizione possa fermare l’azione amministrativa della Liguria, lui stesso trarrà le conclusioni. Ma guai a farci dire dalla magistratura quello che va fatto. La pressione per le dimissioni di Toti la deriviamo noi, in nessun atto si azzardano ad ancorare le dimissioni alla concessione della libertà».

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