Dritto e rovescio sgancia la bomba sul caso Liguria: “La rete del Pd tra affari e politica”
Il caso Liguria si arricchisce di nuovi elementi e di nuove inevitabili polemiche. La prima e più importante novità è la richiesta di revoca degli arresti domiciliari del governatore Giovanni Toti su cui il tribunale si pronuncerà a giorni. Poi i poco chiari retroscena dell’inchiesta genovese, ricostruiti da Sara Scorpati a Dritto e Rovescio su Rete 4. Il servizio del programma di approfondimento di Paolo Del Debbio svela infatti nuovi clamorosi dettagli su ciò che sta accadendo ed è successo in Liguria. A cominciare dalla richiesta di revoca dei domiciliari per Toti: a decidere sarà la Gip Paola Faggioni, al centro delle polemiche dopo un'inchiesta di Libero. Secondo quanto ricostruito dal giornale, Faggioni è figlia di Maria Rosa Biggi, consigliera comunale a Genova dal 2002 al 2012 per La Margherita e per il PD e candidata consigliera regionale nel 2010 nella lista “Claudio Burlando presidente”.
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L’articolo di Libero ha scatenato la dura reazione del’ANM, l’Associazione Nazionale Magistrati, che ha accusato il giornale diretto da Mario Sechi di aver fatto “una inaccettabile profilatura delle presunte opinioni politiche dei familiari più stretti della dottoressa Paola Faggioni per screditare l'imparzialità e la correttezza professionale della collega”. Il servizio cita poi l’intercettazione, ormai nota, in cui l’imprenditore Aldo Spinelli affermava di aver finanziato le campagne di quasi tutti i partiti politici, tra cui quella della senatrice di Italia Viva ed ex Partito Democratico, Raffaella Paita. Presunti legami tra i dem e gli imprenditori del porto di Genova che: “Non sarebbero confinati solo a Spinelli – spiega la giornalista – tre esponenti di spicco del Partito Democratico rivestono ruoli molto importanti nelle aziende dell’imprenditore Mauro Vianello, a capo di diverse società strategiche per gli affari del Porto di Genova”. Elementi importanti visto che Vianello è al centro dell’inchiesta per corruzione dell'autorità portuale che all’epoca era Paolo Emilio Signorini, AD di Iren in carcere dopo il terremoto giudiziario che ha scosso la Liguria. Vianello-Signorini: un rapporto, secondo la Procura, coltivato dall’imprenditore a furia di regalie per ottenere – grazie all’aiuto di Signorini – un subappalto da Autostrade per l’Italia. Un legame culminato con un incontro tra i due e l’AD della società e a cui avrebbe preso parte Davide Gaggero, dirigente PD.
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Retroscena su retroscena che escono fuori dalle carte dell’inchiesta e in cui il rapporto tra il dirigente Dem e Vianello sembra strettissimo. L’acquisto di uno Smartwatch attraverso una società il cui amministratore unico è proprio Gaggero è solo l’ennesimo tassello della ricostruzione del programma Mediaset. Altro elemento è il secondo incontro organizzato da Signorini con Autostrade. Meeting che Vianello ha proposto di fare nella sede provinciale del Partito Democratico a Genova. Ma perché questa scelta? A spiegarlo alla cronista Mediaset, un anonimo dirigente dem che ha confermato la presenza di Vianello nella sede e i suoi rapporti stretti con Gaggero, controllore della gestione e dell’organizzazione politica del partito in regione e unico a poter utilizzare in autonomia gli uffici per i suoi incontri di lavoro. Un complicato intreccio di rapporti.
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