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G7, scontro Italia-Francia sull'aborto. Meloni a Macron: "Sbagliato fare campagna elettorale"

«Venerdì sera approveremo le conclusioni del vertice su cui c’è già un consenso dei leader». L’annuncio di Giorgia Meloni arriva al termine della prima giornata di lavori del G7 contraddistinta ancora dalla polemica legata al mancato inserimento della parola "aborto" nel documento su cui gli sherpa hanno continuato a lavorare nei giorni scorsi fino a tarda notte. Fonti italiane provano a chiudere il caso nel pomeriggio spiegando che la questione «pare sia stata montata come la panna» e aggiungono che «il sospetto è che ci sia stata un po' di strumentalizzazione elettorale, post elettorale, qualcuno che magari abbia voluto inserire un elemento di disturbo in un G7 che fin qui pare stia andando benissimo». Il riferimento, anche se non viene esplicitato, è alla Francia di Emmanuel Macron. «Non si rivelano le posizioni che hanno assunto le singole delegazioni. È eticamente scorretto - sottolineano le stesse fonti -. La scorrettezza noi l’abbiamo avuta però non la facciamo ad altri». Il presidente francese, dopo aver assistito alla cerimonia della bandiera assieme agli altri leader sul campo del San Domenico Golf Club, poco dopo esce però allo scoperto davanti ai microfoni: «Mi dispiace. Conoscete la posizione della Francia, noi abbiamo inserito il diritto all’aborto nella Costituzione ma non c’è la stessa sensibilità in tutti i Paesi». «Noi condividiamo questa visione di uguaglianza fra uomo e donna ma non è condivisa da tutto lo spettro politico - aggiunge Macron - mi dispiace ma lo rispetto perché è una scelta sovrana del vostro popolo». Parole che arrivano alle orecchie di Meloni poco prima della cena al Castello Svevo di Brindisi offerta dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E che ovviamente non possono non innescare la dura replica: «La polemica sulla presenza o meno della parola aborto nelle conclusioni è totalmente pretestuosa. Le conclusioni di Borgo Egnazia richiamano quelle di Hiroshima, nelle quali abbiamo già approvato lo scorso anno la necessità di garantire che l’aborto sia sicuro e legale».

«È un fatto assodato e nessuno ha mai chiesto di fare passi indietro su questo - aggiunge la premier -. Le conclusioni infatti, se non introducono nuovi argomenti, per non essere inutilmente ripetitive, richiamano semplicemente quanto già dichiarato nei precedenti vertici». Infine, l’infuocato affondo nei confronti di Macron: «Non c’è alcuna ragione di polemizzare su temi che già da tempo ci trovano d’accordo. E credo sia profondamente sbagliato, in tempi difficili come questi, fare campagna elettorale utilizzando un forum prezioso come il G7». Secondo le fonti italiane «questa montatura, più o meno strumentalizzata» nasce dal fatto che quando gli sherpa nel pieno della notte sono arrivati alla lettura del paragrafo riservato al tema dell’aborto «c’è stata una proposta di modificare quegli impegni, andando ben oltre quello che c’era scritto ad Hiroshima». «L’Italia non ha mai detto "non vogliamo andare oltre", semplicemente - viene spiegato - è stato detto che, laddove qualcuno proponeva di andare oltre, noi avremmo voluto un testo bilanciato che riguardava anche altre tematiche. A quel punto, vista l’ora tarda si è deciso di riconfermare gli impegni di Hiroshima. E quelli ci sono, tutti». Sul caso è intervenuta da Roma anche la segretaria dem Elly Schlein affermando che «il governo Meloni si presenta davanti agli altri capi di Stato e di governo mettendo in discussione un diritto fondamentale delle donne come quello di scegliere sul proprio corpo. Non ce ne facciamo nulla di una premier donna che non difende i diritti di tutte le altre donne di questo Paese. Una vergogna nazionale, chiedano scusa al Paese». Diverso il punto di vista del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida: «Se i capi di Stato e di governo hanno scelto di non inserire» la parola aborto «nel documento ci saranno buone ragioni per non farlo. Non so se a un G7 a cui partecipa anche il Papa fosse opportuno».