SCANDALO CAPITALE

Europee, Gualtieri blocca ancora il nuovo Parlamento Ue. Il clamoroso ritardo

Susanna Novelli

La Capitale resta col fiato sospeso. La proclamazione ufficiale degli eletti infatti è legata alla verifica dell’ufficio elettorale centrale presso il Tribunale dove il magistrato incaricato certifica il risultato delle urne. Sotto la lente i 78 verbali «incongruenti» riscontrati al seggio centrale capitolino. Non si tratta, sia chiaro, di un numero tale da poter influire sull’esito delle preferenze già certificate ma certamente ritarda l’ufficialità dell’esito del voto. Un ritardo su ritardo dovuto al «bug» informatico che ha mandato in tilt il sistema di trasmissione dati dai singoli seggi al sistema centrale. Uno scivolone clamoroso che ha portato la Capitale d’Italia alla ribalta internazionale per uno spoglio che tardava oltre misura. E non l’ha presa bene il sindaco Roberto Gualtieri che già lunedì mattina nonostante impegnato con la visita in Campidoglio di papa Francesco, aveva chiesto conto di quanto stesse accadendo, annunciando poco dopo l’avvio di un’indagine interna. Un’indagine appunto per scoprire come sia stato possibile che la "nuova piattaforma" digitale, appaltata nel 2018 dall’ex giunta Raggi, sia poi finita per essere «testata» nel sistema elettorale solo qualche settimana prima delle elezioni europee di sabato e domenica scorsi. Non solo, sembrerebbe che alcune falle in questo nuova piattaforma fossero state già segnalate in precedenza. Non è dato sapere, tuttavia, se tali segnalazioni abbiano avuto seguito oppure no.

 

  

 

La certezza, invece, è che una cosa del genere non è mai accaduta prima e qualcuno, a cominciare dal direttore del Dipartimento alla Trasformazione Digitale, Enrico Colaiacovo così come il Direttore generale di Roma Capitale, Paolo Aielli, dovrà pur dare delle risposte. Ma cosa è accaduto, davvero? In sostanza il «bug» si è palesato nel momento dell’inserimento dati. In ogni seggio un «digitatore» ha il compito, tramite un tablet, di inserire il risultato dei voti di lista fornito dal presidente di ogni sezione. Chiuse le urne alle 23 è cominciato dunque il regolare spoglio delle schede in tutte le 2600 sezioni capitoline. Non appena concluso lo spoglio, con la compilazione del «modello 121» il presidente di seggio sigilla il plico con le schede elettorali e comunica il risultato al «digitatore» che trasmette in tempo reale il dato al sistema centrale. Poco dopo l’inizio della trasmissione dati il sistema è andato in tilt, aprendo schermate di riferimento di altre sezioni.

 

 

Un bel papocchio insomma che ha costretto la macchina amministrativa a procedere d’emergenza, portando tutti i plichi elettorali alla Fiera di Roma dove allo spoglio delle preferenze si è aggiunto anche quello del voto di lista. Questo ovviamente ha rallentato l’intera procedura e fatto sì che la Capitale fosse di fatto l’ultima d’Europa ad avere i dati definitivi. Una lezione non da poco per il sindaco Gualtieri che tra una manciata di mesi dovrà gestire situazioni ben più complesse, come i grandi eventi giubilari. In questo caso, tuttavia, si potrà contare almeno sulla Divina Provvidenza. Del resto se è vero ciò che si vocifera in Campidoglio, che il Direttore generale fosse impegnato in un pellegrinaggio sulla via Francigena, nel bel mezzo di una delle tornate elettorali più importanti degli ultimi anni, il segnale forse è già arrivato.