Europee, la “sòla” Bonino azzoppa Renzi: fatale la trappola nel nordest
Matteo Renzi ha ottenuto 207mila preferenze. Un numero, in senso assoluto, altissimo. Basti pensare che, con 48.163 voti, Ignazio Marino volerà a Bruxelles. Nemmeno Ilaria Salis ha raggiunto le 200 mila preferenze (si è fermata a poco più di 178 mila), eppure è stata eletta. Allora cosa non ha funzionato nella strategia del segretario di Iv? Il problema è che non si è presentato nella circoscrizione Nord Est, dove Emma Bonino, con cui condivideva la lista Stati Uniti d’Europa, ha preferito schierare un’altra candidata. Ma andiamo con ordine.
L’ex sindaco di Firenze si è presentato ovunque (Nord Ovest, Centro, Sud e Isole), tranne, appunto, in Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna. Verosimile che, qualora fosse stato presente in tutte le liste elettorali, quello 0,3% di differenziale per giungere al fatidico 4% (che rappresenta, appunto, la quota di sbarramento) sarebbe stata superata con una certa scioltezza. Secondo i calcoli più attendibili, infatti, alla lista nel suo insieme sono mancati all’appello circa 50mila voti. Una quota che molto probabilmente Renzi avrebbe raggiunto da solo, visto che nel Nord Ovest ha incassato 65mila preferenze, mentre altre 65mila le ha prese al Centro. E qui casca l’asino. Chi ha impedito a Renzi di Rignano di fare en plein? Come anticipato, la sua alleata principale, Emma Bonino. Che ha preteso (e ottenuto) la candidatura di Antonella Soldo. Anche in questo caso, è necessario fare un bel respiro e spiegare, ai nostri lettori, chi è la prescelta (e la preferita) dalla segretaria di +Europa.
Bossi espulso dalla Lega? Scatta la resa dei conti contro i critici di Salvini: chi rischia
La settimana scorsa, in piena campagna elettorale, l’autrice dell’imperdibile best seller «Mamma mi faccio le canne. Guida alla cannabis per genitori e figli», ha interrotto una conferenza stampa e ha regalato al leader della Lega, Matteo Salvini, una piantina di marijuana. Una scenetta che ha avuto, come era semplice da pronosticare, un grande riscontro mediatico, sui giornali e nelle televisioni. Ma assai meno da un punto di vista squisitamente elettorale. Infatti, la Soldo si è fermata ad appena 10.976 preferenze, una cifra inferiore a quella raccolta dallo stesso Renzi in Sicilia e in Sardegna (la circoscrizione Insulare), zone nelle quali la percentuale di astensionismo è stata altissima. Non va infine dimenticato che, come sottolinea la dettagliata analisi di You Trend, Stati Uniti d’Europa avrebbe superato la soglia del 4% in numerose aree della Toscana, del Piemonte, di Campania, Calabria e Puglia. Non solo. Lo studio dei flussi elettorale ha sottolineato come +Europa abbia portato alla coalizione Stati Uniti d’Europa appena il 34% dei voti. Un’autentica miseria, un modello che dovrà essere rivisto e (probabilmente) cambiato. «Noi siamo per costruire in modo democratico, dal basso, una casa comune per tutti i riformisti, libdem e popolari – ha scritto ieri sui propri social Renzi - E pensiamo che il primo gesto per dare una mano alla costruzione di questo processo debba arrivare da chi ha avuto responsabilità in passato: non può essere nessuno di noi a gestire questo passaggio. Con uno slogan: terzo polo con un terzo nome alla guida».
Trasformazione già scritta: la profezia di Cacciari sulle mosse di Le Pen al governo