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L'intervista a Ciriani: “Col voto Meloni più forte. I giochi cominciano ora, pronti a una nuova Ue”

Pietro De Leo
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Dopo le elezioni europee, l’attenzione torna a monopolizzarsi sulla tabella di marcia del governo. Il Tempo ne parla con il Ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, senatore di Fratelli d’Italia.

Ministro, gli elettori hanno dato pollice all’insù verso il governo alle Europee. Ora si avrà una maggiore velocità nell’agenda?
«Noi continuiamo a procedere alla stessa velocità di prima. Andiamo spediti perché c’è un programma elettorale da rispettare e queste elezioni considerabili di "mid term", che di solito penalizzano i governo, ci hanno invece rafforzato. Perciò andiamo avanti con più determinazione di prima, per quanto la volontà politica di fare le cose non ci è mai mancata».

Ecco, se vediamo il quadro degli altri Paesi, in Germania e in Francia i partiti di governo crollano, in Italia invece crescono. Qual è la leva di questa differenza secondo lei?
«Aggiungo un’altra tessera al puzzle, anche se non è in Ue e non riguarda queste elezioni: pure in Inghilterra i conservatori inglesi se la passano piuttosto male. Noi siamo in controtendenza perché, anche in chiave europea, interpretiamo una politica non astratta, non ostile alle sensibilità del cittadino comune. C’è stata un’élite europea, per esempio, che ha pensato di sminuire, banalizzare o criminalizzare le proteste degli agricoltori. Da noi questo non è avvenuto».

 



La geografia del centrodestra è cambiata, oggi il secondo partito è Forza Italia. Davvero ciò non cambierà proprio nessun equilibrio?
«No, perché sono differenze molto piccole e tutti hanno ragione di essere contenti per questa tornata. Nessuno ha motivi per rimostranze o ricerca di rivincita. Il centrodestra ha ben affrontato questo passaggio in tutte le sue componenti, e credo davvero che fino al 2027 non ci fermerà più nessuno».

Nell’immediato guardiamo all’imminente G7. Il New York Times scrive che Giorgia Meloni arriverà a questo vertice rafforzata. In cosa si potrà tradurre tutto questo?
«L’Italia arriva al G7 con un governo molto forte. Questo produce un aumento della credibilità internazionale del nostro Paese e, nello specifico, del nostro Presidente Meloni. Gli italiani con il loro voto dell’8 e 9 l’hanno resa il leader europeo con più legittimazione, questo le dà una indubbia forza. Arriviamo ad ospitare il G7 nelle migliori condizioni possibili».

 



Lo schema più immediato di maggioranza europea, secondo il responso delle urne, pare essere quello di una maggioranza Ursula bis. Nel caso si dovesse confermare questo assetto, quale sarà l’atteggiamento di Meloni?
«C’è una cosa che abbiamo detto più volte: non governeremo mai con la sinistra, Pd o socialisti che siano. Dunque in un’alleanza con il partito socialista non ci saranno i conservatori europei di Giorgia Meloni. Però c’è anche da dire che i giochi cominciano adesso, siamo ancora davvero all’inizio. Vediamo se ci saranno le possibilità per un’alternativa. Sicuramente, la nostra Presidente Meloni farà pesare molto il voto dei conservatori, dell’ECR che sarà importantissimo. Poi è necessario aspettare e capire cosa accadrà in Francia. Se in Francia, come pare, si compirà un avvicinamento tra Repubblicani e Rassemblement, davvero la cosa può aprire nuove prospettive».

Fratelli d’Italia e Rassemblement hanno avuto un successo considerevole nei rispettivi paesi. Questo rafforzerà la sinergia tra le due leader?
«Sono leader di partiti diversi in Paesi diversi. Ci accomuna la volontà di cambiare l’Europa e confidiamo di potercela fare. Forse la Le Pen sta seguendo il percorso che, per prima, ha fatto la destra italiana, ovvero di modernizzazione, di compimento di un progetto conservatore che noi abbiamo celebrato a Milano in una conferenza programmatica due anni fa che forse in molti hanno dimenticato, ampliandoci ad altre sensibilità non propriamente di destra. Se l’obiettivo è quello anche in Francia, che dire...”se son rose fioriranno”. Comunque, lo rimarco, l’apertura dei gollisti verso Le Pen e Bardella sarebbe una novità molto importante foriera di grandi trasformazioni».

 

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