Meloni, la nuova Europa e il fattore G7. Prove tecniche di Ursula bis
«Il primo ministro italiano Giorgia Meloni emerge come il grande vincitore delle elezioni parlamentari europee. Questo leader di destra ha la possibilità di mostrare la sua influenza su un palcoscenico ancora più ampio questa settimana mentre l’Italia si prepara ad ospitare il G7». L’analisi non arriva da Fratelli d’Italia né da qualche politico di centrodestra. Ma dal New York Times, che analizza così l’esito delle elezioni e gli scenari che si aprono adesso. Con la possibilità per Meloni di dare le carte, insieme al Ppe, per costruire la nuova maggioranza di governo in Europa. Tradotto: per incidere nella scelta della nuova Commissione e del suo presidente, che potrebbe essere ancora Ursula von der Leyen, ma con uno schema diverso, non più con i Socialisti ma con i Conservatori. Il New York Times è solo l’ultimo grande quotidiano internazionale che fotografa in questo modo la situazione politica in Europa e il nuovo ruolo di Meloni. Lo hanno sottolineato anche Le Monde in Francia, Die Welt in Germania e il Guardian in Inghilterra.
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Intanto, il palcoscenico del G7, che prenderà il via domani fino a sabato, è l’occasione anche per incontrare i leader dimezzati, da Emmanuel Macron (ha indetto nuove elezioni in Francia per il 30 giugno) a Olaf Scholz (grande sconfitto in Germania). Ma ci sarà anche Rishi Sunak, il primo ministro britannico che non fa parte dell’Unione ma che dovrà affrontare la prova elettorale il 4 luglio. Meloni è arrivata a Borgo Egnazia in Puglia lunedì sera. La location della serata inaugurale di giovedì sarà il Castello Svevo di Brindisi. Gli invitati alla cena offerta dal Quirinale, e alla quale prenderà parte anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, gusteranno un menu leggero di quattro portate che renderà omaggio alla terra che ospita il G7. Intanto, fervono i preparativi, i sopralluoghi dei tecnici, gli allestimenti del cerimoniale. La premier si sta dedicando allo studio dei dossier sul tavolo del summit. Giornata di lavoro impegnativa anche questa - riferisce chi le è vicino e che la descrive «gagliarda e di ottimo umore» di gioco di squadra con gli sherpa per un appuntamento decisivo. Gli sherpa sono coloro che materialmente trattano dietro le quinte e preparano il terreno ai confronti finale tra i leader. A guidarli è Elisabetta Belloni, capo dei nostri Servizi segreti. Sul tavolo c’è il documento conclusivo del summit, circa 30 pagine da definire e limare, con varie «XXX», spazi aperti da scrivere dopo aver chiuso un accordo con gli altri leader.
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Tra i nodi da scogliere e su cui più sono puntati i riflettori, il possibile accordo sulla questione degli asset russi congelati. Gli americani hanno proposto un prestito da 50 miliardi, che dovrebbe essere garantito con i proventi dei fondi russi congelati presso Euroclear, la società belga che detiene la maggior parte degli asset immobilizzati: il nodo adesso è trovare un meccanismo per legare gli impegni presi a livello di G7 con quelli a livello Ue, tenendo conto anche di una serie di questioni tecniche, come i dubbi sulla possibilità di garantire un prestito con asset congelati di sei mesi in sei mesi sulla basi di una decisione del Consiglio europeo. L’auspicio è che attraverso «la burocrazia diplomatica» si riesca a trovare la quadra, un obiettivo che la presidente del Consiglio spera di centrare e che le garantirebbe un pieno successo del summit.
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