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Firenze, Schmidt tenta l'impresa al ballottaggio: quali voti vuole trovare per il ribaltone

Christian Campigli
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Il miglior risultato di sempre. Due settimane a caccia dei consensi degli scontenti, di chi non ha votato e di chi lo ha fatto turandosi il naso. Ma si è pentito. A Firenze è finito il primo tempo e la ripresa è già ampiamente iniziativa. Le urne hanno dato alcune conferme e, come da tradizione, regalato sorprese difficili anche solo da immaginare. Eike Schmidt, candidato di centrodestra voluto dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano e dal responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, si è rivelato una scelta intelligente. L'essere arrivati ad un passo dal 33% è un risultato, per il capoluogo toscano, storico. Una cifra superiore a quella raccolta da Giovanni Galli, nel 2009. In quell'occasione, Matteo Renzi si attestò oltre il 47% dei consensi, Sara Funaro si è fermata 4 punti sotto. Il confronto col sondaggio uscito a pochi giorni dal voto è lampante per provare a sviluppare un'analisi coerente. 

 

 

I numeri dello storico dell'arte sono praticamente identici. Quelli della dem superiori di 6 punti. Cinque vanno ricercati nel pessimo risultato di Italia Viva, ferma al 7, pronosticata tra l'11 e il 12. Uno (o poco più) nell'estrema sinistra, ferma al 5,5 e non al 7. L'appello al solito, trito e ritrito voto utile per sconfiggere i (presunti) fascisti, evidentemente, è riuscito a far breccia. Almeno per adesso. Che il nativo di Friburgo (ma da ottobre cittadino italiano) sia stata l'opzione vincente lo confermano i trionfi della sinistra, al primo turno, a Prato, Livorno e Scandicci. Dove la scelta è caduta su dirigenti di partito e non su civici affermati. Servirà ancora tempo per far comprendere, alla Toscana, la bontà della classe dirigente dei conversatori. 

 

 

Al secondo turno cosa succederà sulle rive dell'Arno? La caccia a chi non ha votato è, ovviamente, già partita. Da un lato l'invito a “non consegnare la città alla peggior destra”, dall'altro a votare l'ex direttore degli Uffizi qualora si ritenga la tramvia un mezzo dannoso per la città ed il livello di sicurezza (in particolar modo in stazione e al parco delle Cascine) assolutamente non appropriato ad una città come Firenze. Saranno certamente decisive le posizioni degli elettori di Stefania Saccardi e Cecilia Del Re. Prevarrà in loro l'ideologia (entrambe provengono dall'universo progressista) o la razionalità ed il buon senso (rammentando le numerose offese e gli  sgambetti che il Pd ha riservato loro)? Ed infine, che farà la sinistra radicale di Dmitrij Palagi? Sanciranno, con la loro ‘X’, un nuovo quinquennio a trazione dem? O rammenteranno quando lontano sia il Pd dal Sol dell'Avvenire e quanto antitetiche siano le rispettive posizioni su Ucraina e Palestina? Due interrogativi che delineeranno il futuro di Firenze.

 

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