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Vannacci mister mezzo milione, Salvini pronto a cacciare Bossi

Antonio Adelai
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È soddisfatto, Matteo Salvini, per il risultato ottenuto dalla Lega a queste elezioni Europee. L’obiettivo di oltrepassare il dato delle consultazioni Politiche di due anni fa, pari all’8,8% dei consensi, è stato, infatti, centrato in pieno, merito in particolare dell’intuizione, vincente, di candidare il generale Roberto Vannacci, «il più votato anche in Lombardia e in Veneto», come ha tenuto a precisare il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, nel corso di una conferenza stampa tenutasi ieri mattina, di buon’ora, nella sede di via Bellerio, a Milano. Scongiurati, quindi, i timori, risalenti alle ore precedenti, di non superare l’asticella indicata, Salvini si è presentato decisamente di buon umore, davanti ai cronisti, forte di avere toccato la quota del 9%, per ribadire per l’ennesima volta che «la scelta della Lega nazionale è quella del futuro». Nessuna ipotesi di dimissioni, anzi la volontà di ricandidarsi al Congresso federale da tenersi entro l’autunno. Nessun tentennamento, dunque, nessun passo indietro rispetto alla bontà di un percorso che proseguirà. Il leader leghista è convinto di avere avuto la meglio nel confronto tutto interno sulle prospettive del movimento e si è tolto qualche sassolino dalla scarpa, destinatario Umberto Bossi.

 

 

«Cosa faremo? Non voglio male a nessuno e a Bossi ho intitolato anche il libro che ho scritto, ma sicuramente dovrò ascoltare i militanti. È chiaro ed evidente che se qualcuno dice che vota per un altro partito non manca di rispetto al segretario in carica, ma ad un’intera comunità», le frasi di Salvini, a proposito delle parole del Senatur che aveva annunciato il voto a Forza Italia. Insomma, «la Lega è cresciuta nonostante tutto e tutti, i problemi esterni e non interni», ha chiosato sempre il vicepremier. A livello europeo, poi, il vicepresidente del Consiglio ha salutato con favore la sonora bocciatura, alle urne, di Emmanuel Macron e Olaf Scholz. «I portavoce con l’elmetto, Macron e Scholz, sono stati puniti in Francia e Germania. E oggi la pace è più forte: le urne dicono che i cittadini vogliono una soluzione ai conflitti, non la Terza guerra mondiale», ha sottolineato il segretario leghista, che per quanto concerne l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha aggiunto: «Il governo è l'unico in Europa che si rafforza. A Bruxelles io lavoro per il cambiamento in Europa, se qualcuno preferisce i socialisti e Macron è libero di farlo».

 

 

Un cenno, inoltre, al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, il cui mandato scadrà l’anno prossimo, impossibilitato a candidarsi di nuovo. «Zaia nel governo? Per me non è all’ordine del giorno: ha ancora parecchi mesi di mandato di fronte a sé, l’Autonomia da attuare, ci sono le Olimpiadi di Milano-Cortina da portare avanti. Per me non cambia nulla». Da registrare le preferenze record raccolte da Vannacci, «contestato e vituperato da mezzo mondo», ha detto ancora Salvini. Il generale è arrivato primo, nella Lega, in quattro circoscrizioni su cinque e ha superato quota mezzo milione di voti, più di 532 mila per la precisione. Soltanto nella circoscrizione Isole, Vannacci è arrivato al secondo posto, con oltre 35mila consensi, dietro a Raffaele Stancanelli, con più di 44mila suffragi. Infine, parlando di Amministrative, la Lega ha perso dopo 20 anni nel suo feudo a Pontida, paese simbolo del Carroccio, nel bergamasco. Il candidato e sindaco uscente leghista, Pierguido Vanalli, è stato battuto dall’esponente civico Davide Cantù.

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