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Terzo Polo, il rilancio di Renzi: nuova unità con un'altra figura guida

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Matteo Renzi non molla dopo il deludente risultato delle elezioni Europee, dove Stati Uniti d’Europa non ha superato la soglia dello sbarramento fissata al 4%. «Noi siamo per costruire in modo democratico, dal basso, una casa comune per tutti i riformisti, libdem e popolari. E pensiamo che il primo gesto per dare una mano alla costruzione di questo processo debba arrivare da chi ha avuto responsabilità in passato: non può essere nessuno di noi a gestire questo passaggio. Con uno slogan: terzo polo con un terzo nome alla guida», l’annuncio del leader di Italia Viva sui social network.

 

 

Renzi si è soffermato, poi, sul risultato delle elezioni: «Ora che sono arrivati i dati definitivi, intervengo per l’ultima volta sulle Europee. Grazie a chi ha scritto Renzi sulla scheda. Non ero candidato in tutte le circoscrizioni perché purtroppo abbiamo saltato il Nord Est. E ciò nonostante abbiamo ottenuto oltre 207 mila preferenze. È un numero impressionante per una lista che non ha fatto il quorum, il rapporto tra voti di lista e di preferenza nel mio caso è notevolissimo. Grazie davvero. Purtroppo però questi voti non serviranno a nulla. È inutile fare gol, magari una bella doppietta, se la tua squadra perde. Per questo sono molto amareggiato, anche perché al posto nostro vanno a Strasburgo candidati che esprimono concetti opposti al nostro, quello che voleva sciogliere la Nato o quello che entra nel gruppo europeo di Le Pen. Potevamo avere 7 parlamentari, per colpa della divisione saranno ZERO. A chi dice, tutto questo per colpa delle vostre divisioni personali rispondo per l’ultima volta», ha sottolineato ancora l’ex premier.

 

 

«Mettere tutti sullo stesso piano in termini di responsabilità è profondamente ingiusto. Dire che sono tutti uguali è tipico dei populisti. Le persone serie leggono i fatti. E distinguono le responsabilità. Noi abbiamo sempre detto sì a tutti gli appelli all’unità, aderendo a quello finale di Emma Bonino per gli Stati Uniti d’Europa. Abbiamo sempre detto che servivano i voti e non i veti. Abbiamo subito veti, ma non li abbiamo messi. E non ne metteremo mai, perché noi facciamo politica con le idee e non con i rancori. E proprio perché facciamo politica come Italia Viva abbiamo deciso che tutti i nostri dirigenti e iscritti si confronteranno in un congresso libero e contendibile in autunno», ha spiegato. Dando poi un messaggio finale: «Questa è la verità che nessuno può contestare perché è la discussione pubblica degli ultimi mesi. Ora però parliamo di futuro. Quest’area politica rappresenta il 10% dell’elettorato. È decisiva per le future elezioni. Non dare rappresentanza a questi cittadini è una follia», ha concluso Renzi, che anche stavolta non ha risparmiato qualche critica, neanche troppo velata, a Carlo Calenda, leader di Azione,

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