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M5S, scossone nella leadership? La scelta di Conte dopo il clamoroso flop elettorale

Il momento è di quelli delicati. E anche per questo, si fa fatica in Transatlantico alla Camera e ’rubare’ una dichiarazione ai parlamentari pentastellati, dopo il deludente risultato alle europee che ha inchiodato il M5S poco sotto la soglia del 10%. Complice l’appello alla prudenza rivolto agli eletti dalla comunicazione, che ha invitato gli esponenti del Movimento a non lasciarsi andare a ’falli di reazione’ o a dichiarazioni ’in fuorigioco’ in queste ore difficili. Il flop elettorale ha inevitabilmente rimesso in moto le indiscrezioni circa la possibilità di un passo indietro di Giuseppe Conte dalla guida del Movimento. Eventualità che, in questo momento, viene allontanata dai quadri dirigenziali del partito in maniera secca. Questa sera l’ex presidente del Consiglio incontrerà i gruppi di Camera e Senato. Si tratta di un appuntamento programmato - ogni secondo martedì del mese gli eletti M5S si vedono per aggiornarsi sui lavori parlamentari - che però arriva in una situazione particolare.

 

  

 

L’assemblea sarà l’occasione anche per fare il punto sul voto e per analizzare la ’scoppola’ rimediata alle urne. Ma c’è un punto fermo, che i fedelissimi del leader 5 Stelle rimarcano con decisione: la leadership di Giuseppe Conte non è in discussione. Questa sera Conte non va certo sul ’patibolo’, dicono all’Adnkronos fonti vicine al numero 1 del Movimento. Con serenità, viene spiegato, il leader M5S incontrerà i parlamentari per ascoltare la loro opinione sulla tornata elettorale appena conclusa. E per discutere delle strategie da mettere in campo in vista delle sfide future. Ma il nodo sta proprio qui. Torna a riaffacciarsi con insistenza il tema dell’abolizione del limite dei due mandati e non è escluso che stasera in assemblea il tema possa essere sollevato da qualche parlamentare alla seconda legislatura. Conte, com’è noto, non è mai stato un grandissimo fan della regola aurea del M5S: già in occasione delle ultime elezioni politiche l’attuale capo del Movimento avrebbe voluto una deroga ma fu Beppe Grillo a blindare quello che viene considerato uno dei capisaldi della sua creatura politica.

 

 

La questione del doppio mandato - considerata dall’inner circle di Conte una sorta di arma di pressione nei confronti del leader - tornerà ad affiorare nel dibattito interno delle prossime settimane, ma chi si aspetta annunci roboanti da parte di Conte nell’immediato futuro rimarrà deluso. Intanto proseguono i contatti tra M5S e il Pd. Ieri Conte ha sentito Elly Schlein complimentandosi con lei per l’ottimo risultato alle europee. Da parte del Movimento c’è la volontà di continuare a dialogare con i dem «per lavorare insieme e costruire l’alternativa a Meloni», hanno fatto sapere fonti grilline dopo la telefonata, precisando che non c’è «nessuna faida nel campo progressista». Rumors di stampa hanno parlato anche dell’ipotesi di un cambio del nome e quindi del simbolo del Movimento, voci che però non trovano riscontro ai piani alti di Campo Marzio: «I nostri grafici sono in ferie...» la battuta che arriva dall’entourage dell’ex premier. Quel che è certo, è che la strategia del Movimento non ha funzionato in questa campagna elettorale e qualcosa bisognerà pur cambiare: questa l’opinione diffusa anche tra i parlamentari di fede contiana. Bisogna rivedere un po’ tutto, sostiene una delle parlamentari protagoniste del nuovo corso targato Conte: liste, soldi, mandati, strategia di azione. Ma soprattutto occorre rimuovere «tutte le regole che ci impediscono di avere liste competitive», sempre nel rispetto dei valori del Movimento.