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Elezioni europee tra appelli al voto e ironia social. Meloni: "Decidete i prossimi 5 anni"

Nelle elezioni del "tutti contro tuttì" il primo nemico è l’astensionismo. Nel 2019 l’affluenza si fermò poco sopra il 50%, ora c’è da scongiurare il rischio che il partito del non voto diventi maggioranza assoluta. Ecco allora che nel primo giorno di urne aperte si sono moltiplicati gli appelli. «Decide i nostri prossimi 5 anni e credo sia molto importante andare a votare», dice la premier Giorgia Meloni uscendo dal seggio. I leader danno l’esempio e votano subito, la segretaria dem Elly Schlein, il leader M5s Giuseppe Conte a Roma, Matteo Renzi e Carlo Calenda con i figli neo-diciottenni, Antonio Tajani a Fiuggi, Matteo Salvini vota a Milano e all’uscita si lascia andare a previsioni e auspici sul risultato della Lega: «L’aria è buona».

La prima giornata delle elezioni è passata con un rincorrersi di post via social, che dribblano o infrangono la regola del silenzio elettorale. Qualche minuto prima della mezzanotte, la premier torna a giocare con la frutta - stavolta le ciliegie "varietà Giorgia" - in un video che ricorda quello postato, sempre su Instagram, il 25 settembre 2022 con due meloni. Atreju, dopo una campagna social serrata all’insegna del "vota Giorgia", a pochi minuti dall’apertura delle urne pubblica su X la foto della cantante Giorgia con il post "L’importante è scrivere il suo nome". Il profilo social della kermesse di Fratelli d’Italia nelle scorse settimana aveva già utilizzato le foto di personaggi della cultura e del mondo dell’informazione, da Scurati a Fabio Fabio, per promuovere il voto alla premier. A metà mattina il leader della Lega Matteo Salvini twitta contro «maestrine di manganello e maestrine tecnocratiche, amici dei clandestini, dei centri sociali». Seguito a ruota dal frontman della Lega alle elezioni, il generale Vannacci, che su Facebook si produce in un nuovo invito a votare con una "Decima".

  

 

 

 

Vanno al voto 51 milioni di italiani, che dovranno eleggere 72 europarlamentari su 760. Se per le formazioni minori l’asticella è la soglia di sbarramento del 4%, per i partiti più grandi le elezioni continentali sono come un test di mid term. Giorgia Meloni ha già dichiarato che per lei e FdI sarebbe importante confermare la fiducia che gli italiani le hanno accordato, con il 26% dei voti alle politiche. Nella maggioranza si gioca il derby tra Forza Italia, che punta alla doppia cifra, e la Lega, che nel 2019 ottenne il 34% dei voti, per il posto di secondo partito nella coalizione. Il risultato della Lega, dice Salvini all’uscita dal seggio, «sarà sicuramente superiore rispetto alle Politiche e penso che saremo il partito che cresce di più in Italia rispetto alle Politiche. Mi aspetto di fare più di Forza Italia ma ora non faccio pronostici». Intanto, però, deve fare i conti con una defezione eccellente, il fondatore Umberto Bossi, che secondo quanto riferito dall’ex segretario della Lega Lombarda Paolo Grimoldi voterà per Marco Reguzzoni, che si presenta con Forza Italia. «Mi limito a riportare quanto mi ha chiesto di fare e di far sapere: Umberto Bossi voterà Reguzzoni perché la Lega è stata tradita», annuncia Grimoldi. Quanto al centrosinistra, Schlein ha alle spalle il 19,4% ottenuto da Enrico Letta alle Politiche del 2022 e il 22,7% delle Europee del 2019. Il M5S il 17% delle Europee 2019 e il 15,4% delle Politiche 2022. Occhi puntati al centro, con la sfida tra gli Stati uniti d’Europa, lista sottoscritta da Più Europa e Italia viva, e Azione. Infine, la scommessa di Alleanza Verdi Sinistra, che è soprattutto far eleggere Ilaria Salis.