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Europee, Forza Italia chiude la campagna tra canzoni della tradizioni e nostalgia di Silvio

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Pietro De Leo
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«La nostra è una battaglia di libertà», insiste più volte Antonio Tajani, Segretario Nazionale di Forza Italia, nel comizio di chiusura da Piazza Matteotti a Napoli a metà tra evento politico e festa per tutti, con la voce dal palco di Serena Autieri che intona le canzoni classiche napoletane. Un po’ come nella tradizione degli azzurri, quando Silvio Berlusconi scendeva nel capoluogo campano. E infatti il fondatore è citato più volte, anche in un coro «Silvio-Silvio», che riporta le lancette indietro. «Più conta Forza Italia nel Ppe più conta l'Italia in Europa», dice Tajani caricando ministri, dirigenti e militanti azzurri e ricordando che ai popolari spetterà l’indicazione del Presidente della Commissione. «Siamo tutti combattenti della libertà come voleva Berlusconi. Non abbiamo un solo uomo al comando, abbiamo una straordinaria classe dirigente», dice. A fine serata, Fulvio Martusciello, capo delegazione a Strasburgo, esulta: «15 mila in piazza. Stiamo costruendo il partito dei ceti produttivi, delle categorie dei professionistiche rappresenta il Paese reale».

 

I mantra sono due: la specificità di Forza Italia nella coalizione, il primo step a quasi un anno dalla scomparsa di Silvio Berlusconi. Dice Maurizio Gasparri: «I commentatori a settembre ci davano lo 0%. All'arrivo non so se sarà 8-9-10-11 ma sarà milioni di volte in più di quanto assegnato dai profeti di sventura». Paolo Barelli assicura: «Faremo campagna elettorale fino all’ultimo secondo». Deborah Bergamini spiega: «Abbiamo proposto agli italiani la nostra idea di un'Europa forte e coraggiosa». Il clima che si respira, dunque, è quello dell’attesa ottimistica verso domenica e notte.

 

Nel mentre, Tajani scandisce dal palco il pantheon dei riferimenti ideali di Forza Italia. Bettino Craxi («è stato un grande statista, e va dato merito alla figlia Stefania di averne difeso la memoria»), così come Carlo Alberto Dalla Chiesa e Rocco Chinnici, uomini di Stato uccisi dalla mafia, e le cui figlie Rita e Caterina siedono per Forza Italia alla Camera e in Europarlamento. Lo schema è quello del partito plurale, in piena continuità con la linea di Berlusconi: «Siamo leali ai nostri alleati -dice Tajani- ma siamo differenti, sennò saremmo un partito solo. Siamo cristiani, liberali, riformisti, garantisti, europeisti e atlantisti. Questi siamo sempre stati e siamo noi, quindi andiamo avanti nella nostra direzione».

 

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