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Borghi va al contrattacco: “Mattarella? Come il Papa, insostituibile e non può essere criticato”

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Dritto come un treno. Claudio Borghi torna ancora sulle polemiche per le sue parole su Sergio Mattarella - "E' il 2 giugno, è la festa della Repubblica Italiana. Oggi si consacra la sovranità della nostra Nazione. Se il presidente pensa davvero che la sovranità sia dell'Unione Europea invece che dell'Italia, per coerenza dovrebbe dimettersi, perché la sua funzione non avrebbe più senso" – e rincara la dose nell’intervento ai microfoni di Radio Libertà. “Il nostro esimio, fantastico, insostituibile, sommo, mi verrebbe da dire, presidente della Repubblica abbiamo scoperto in questi giorni che si è trasformato evidentemente nel ruolo lasciato vacante da Bergoglio. Perché io ero rimasto che quello che fosse infallibile e, quindi, come tale, dice cose giuste per definizione fosse il Papa. Dato che evidentemente così non è, perché recentemente abbiamo visto che questo dogma dell’infallibilità del Pontefice para che non vada più di moda, l’hanno sostituito evidentemente con il presidente della Repubblica”.

 

 

“Non solo – va avanti Borghi - non si può vilipendere, e questo lo dice un discusso e discutibile articolo del nostro Codice penale. Per tutto il resto del mondo c’è la diffamazione, nel caso del presidente della Repubblica c’è il vilipendio. Diciamo che in ogni caso c’è e noi lo rispettiamo finché non lo si cambia. Invece, oltre a non vilipendere, ma è giusto, in realtà abbiamo scoperto che non è criticabile”. “Se per caso dice qualcosa che non va bene, il nostro presidente non può essere criticato neppure con periodi ipotetici”, la chiosa del senatore della Lega.

 

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