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Nato, Salvini chiede le dimissioni del “falco” Stoltenberg. Tensione massima con la Russia

Gianni Di Capua

«Negare all’Ucraina la possibilità di usare» le armi occidentali «contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo rende molto difficile per loro difendersi». Le parole del segretario della Nato Jens Stoltenberg, dopo l’ennesima carneficina russa a Kharkiv, hanno aperto uno scenario inquietante. La reazione di Mosca è stata naturalmente immediata e incendiaria. Come ha ammonito il vicepresidente Dmitri Medvedev, «un attacco americano contro obiettivi russi significherebbe l’inizio di una guerra mondiale» anche se ha annotato che «gli yankee sono comunque più cauti dei polacchi», rispondendo in questo modo al presidente Duda, che aveva annunciato la volontà di schierare armi nucleari tattiche nel suo Paese. In questo contesto già oltremodo pericoloso stanno lavorando dietro le quinte diversi governi dell’est e del nord Europa. La Lituania ha già fornito la propria disponibilità ad inviare uomini per addestrare l’esercito ucraino, sulla stessa lunghezza d’onda anche Lettonia ed Estonia mentre altre capitali, fra cui Helsinki, starebbero pensando a una coalizione di Stati, al di fuori della Nato, per intervenire direttamente a difesa di Kiev. Un’opzione che è già sul tavolo da tempo e che potrebbe trovare un appoggio più o meno diretto da Londra e Parigi.

 

  

 

Intanto nei giorni scorsi Polonia, Finlandia e Norvegia, Paesi della Nato confinanti con la Russia, hanno concordato di creare un «muro di droni» che proteggerà i loro confini. «Si tratta di qualcosa di completamente nuovo: droni schierati lungo la frontiera con la Russia, dalla Norvegia alla Polonia, il cui scopo sarà quello di proteggere il nostro confine anche con altre tecnologie», ha annunciato la ministra dell’Interno della Lituania, Agnè Bilotaitè. «Non solo infrastrutture fisiche e sistemi di sorveglianza, ma anche droni e altre tecnologie che ci permetteranno di proteggerci dalle provocazioni di Paesi ostili oltre a evitare il contrabbando», ha aggiunto. Con il cosiddetto «muro dei droni», gli Stati partecipanti monitoreranno i confini fermando con sistemi specifici i droni utilizzati per il contrabbando e le provocazioni da Paesi ostili, in particolare Russia e Bielorussia.

 

 

In Italia il governo prova ad abbassare i toni. Per il premier Giorgia Meloni «fermo restando che la guerra porta sempre con sè delle incognite, a me pare sempre controproducente questo racconto per il quale l’Europa sarebbe sull’orlo di un conflitto di portata più ampia». Il segretario della Lega Matteo Salvini ha chiesto le dimissioni del numero 1 della Nato. «Se vogliono andare a combattere in Ucraina, ci vadano Stoltenberg, Macron e tutti i bombaroli che vogliono la guerra, pensare di mandare i nostri figlia morire in Ucraina o di usare le nostre armi per uccidere in Russia è follia. O questo signore che parla a nome mio, visto che parla a nome della Nato, chiede scusa o questo si dimetta. Perché il popolo italiano non ti ha dato nessun mandato per sparare in Russia» ha spiegato il vicepremier. Nel frattempo la Lega è pronta a depositare un ordine del giorno o una interrogazione parlamentare per censurare le parole del segretario Nato.

E proprio sul mancato coordinamento di Stoltenberg con gli altri Paesi membri ha parlato anche il ministro della Difesa Guido Crosetto. «Stoltenberg è segretario generale di un’organizzazione quando sceglie una posizione lo decide riunendo i leader di quelle nazioni e votando è legittima l’opinione di Stoltenberg ma in questo momento è sbagliato aumentare tensione già drammatica. Occorre aiutare l’Ucraina a difendersi perché non scoppi la Terza guerra mondiale e bisogna lasciare aperta nei prossimi mesi la possibilità di costruire una tregua immediata». Sulla stessa linea anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Ogni decisione (della Nato, ndr.) deve essere presa in maniera collegiale. Noi non manderemo un militare italiano in Ucraina e gli strumenti militari mandati dall’Italia vengono usati all’interno dell’Ucraina. Lavoriamo per la pace. I messaggi che arrivano dalla Russia provocano anche una guerra ibrida che si combatte, ma dobbiamo abbassare i toni» ha dichiarato.