Prove tecniche di Eurodestra, chi ci guadagna con il flop di centristi e Avs: lo scenario elettorale
E se Ilaria Salis lasciasse il posto a Giorgia. Quella che può sembrare una barzelletta, è uno scenario reale qualora Alleanza Verdi e Sinistra non dovesse superare lo sbarramento. A spiegarlo non uno qualunque, ma Lorenzo Pregliasco, fondatore e direttore di YouTrend. A suo parere, se Alleanza Verdi e Sinistra, Stati Uniti d’Europa e Azione non dovessero superare il fatidico 4% a beneficiarne sarebbero soprattutto i partiti maggiori. Fratelli d’Italia farebbe la parte del leone. Passerebbe da 21 a 27 seggi (6 in più, ripartiti tra le varie circoscrizioni). Il secondo ad avvantaggiarsene sarebbe il Pd, che ne guadagnerebbe circa 3. Più di un semplice motivo per cui al Nazareno tifano per la caduta dei loro alleati in Parlamento.
Smeriglio o Marino, ad esempio, nel Centro Italia, potrebbero lasciare la poltrona a uno tra Tarquinio, Nardella o Ricci. Gli altri due/tre seggi, invece, dovrebbero essere ripartiti, qualora nessuno dei piccoli superasse lo sbarramento, tra Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Lega. Soprattutto tra gli ultimi due, chi arriverà per primo dovrebbe avere un seggio in più. Entrando nello specifico, qualora dovesse spuntarla il tandem formato da Bonelli e Fratoianni, preferenze permettendo, potremmo trovarci in Europa quattro dei cinque capilista. Per farci un’idea, spazio per Salis, Marino, Lucano e Orlando.
Diversamente, invece, 2 seggi dovrebbero andare a FdI (in particolare al Centro Italia, dove è più forte), uno al Pd e uno al M5S, che potrebbe avere uno slot in più al Sud. Nel caso in cui dovessero farcela gli Stati Uniti d’Europa ci ritroveremmo a Bruxelles i leader Renzi e Bonino insieme a uno tra Caiazza, Paita Tidei, Maraio, Caputo o Bernardini.
Nel caso in cui l’obiettivo fallisse due seggi andrebbero a Fdi, uno al Pd e uno a Forza Italia o Lega. Se gli azzurri vinceranno il derby con gli alleati molto probabilmente scatterà un’ulteriore poltrona al Sud, favorendo ad esempio chi arriva dietro a Martusciello, mentre nel secondo caso nel Nord Est, magari aiutando chi si gioca il derby con Vannacci. Altra partita, poi, quella di Azione che se dovesse farcela per il rotto della cuffia, essendo più indietro, eleggerebbe tre deputati, molto probabilmente la triade formata da Bonetti, D’Amato e Pizzarotti. Qualora l’obiettivo fallisse, ne avrebbe un vantaggio Fdi, con due parlamentari in più e ancora il Pd. Detto ciò, la sfida tra i non grandi per Pragliasco è tutta da vedere: «C’è una partita aperta su tre fronti. Vicino al 4 per cento potrebbe succedere di tutto. Potrebbero farcela la sinistra, Azione e gli Stati Uniti d’Europa, come potrebbe non centrare l’obiettivo nessuno fra i contendenti». Una cosa è certa, dopo queste elezioni ci saranno nuovi equilibri politici nel continente. Per YouTrend se si votasse oggi i partiti di destra avrebbero più seggi rispetto a quelli di sinistra. Pur restando stabile il Ppe, che al massimo dovrebbe prendere un seggio in più, crescerebbero sia Ecr (+24 eurodeputati) e Identità e Democrazia (+11 seggi). Previsto, al contrario, un calo per i verdi, che dovrebbero perdere 26 seggi, così come Renew (-22 seggi). A reggere meglio i socialisti, che dovrebbero perdere solo 14 seggi.
Pregliasco, comunque, spiega come l’Italia rispetto agli equilibri generali inciderà poco o nulla: «Il contributo di Fratelli d’Italia, fondamentale per la crescita dei conservatori sarà ribaltato dal mancato apporto della Lega in Id, che certamente non farà il boom della scorsa tornata. Stabile il ruolo del Pd tra i progressisti europei, così come cambierebbe poco o nulla tra le file dei popolari».