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Premierato, Gasparri smaschera la sinistra: "Difendono i giochi di Palazzo"

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«La delega fiscale che abbiamo varato guarda a modelli ben lontani dal redditometro, uno strumento obsoleto. Penso - afferma in un’intervista a Il Tempo il capogruppo al Senato di Forza Italia Maurizio Gasparri al concordato preventivo biennale. Puntiamo su un Fisco amico e non vessatorio del contribuente».
A causa del redditometro la settimana che sta per concludersi è stata complessa per la maggioranza di governo.
«Qualcosa di tipicamente caro al Pd e al M5s. Per dirlo in maniera diretta alla sinistra. Con l’amico e viceministro dell’Economia Maurizio Leo avevo parlato degli equivoci che avrebbe potuto creare. Detto questo con il Cdm di ieri la questione è pronta all’archiviazione, anche grazie all’emendamento predisposto da Forza Italia. Volendo fare una metafora il redditometro è come quelle vecchie automobili a cui viene fatta la revisione, al contrario la migliore soluzione è rottamarle e comprarne una nuova».
I più maligni hanno fatto notare che sarebbe stato un clamoroso autogol a due settimane dal voto.
«Sarà superato non per l’imminente elezione europea ma perché vetusto».
Senza dubbio meno problematico il decreto Salva casa. Cosa può dirci a tal proposito?
«Un provvedimento ragionevole: è giusto sanare piccole imperfezioni sugli immobili, come per esempio un muretto o una finestra. Non si tratta di un condono per le ville sulla spiaggia come aveva falsamente dichiarato l’opposizione. E neanche il salva grattacieli in salsa milanese che voleva il Pd. Mi faccia aggiungere che tra le bandiere di Forza Italia spicca la rigenerazione urbana, un arricchimento su questi temi e che presto proporremo. Senza dimenticare che il nostro è stato il partito che ha abolito l’Imu sulla prima casa».
Pochi giorni fa a Palazzo Madama è approdata per la prima volta in Aula la riforma del premierato. C’è ancora spazio per discuterne con l’opposizione o siete al muro contro muro?
«Il voto finale è stato fissato per il 18 giugno, quindi nessuno può dire che abbiamo imposto tempi capestro. Dunque dopo la tornata elettorale per l’Europarlamento perché non abbiamo bandierine elettorali da sventolare. In Aula le ore riservate al dibattito saranno trenta. È giusto che la minoranza chieda tempi certi per la discussione, ma spetta alla maggioranza decidere. Nel merito della riforma ho la netta sensazione che a sinistra vogliano bloccarla per difendere i giochi di palazzo, noi invece ci auguriamo che a scegliere sia il popolo».
Uno tra gli aspetti più contestati del premierato è l’abolizione dei senatori a vita. Di uno di essi, Renzo Piano, lei ha detto: «È venuto solo per votare la decadenza di Silvio Berlusconi».
«Vorrei che venisse in Aula e come prima cosa giustificasse perché non è mai venuto. Poi lo invito a difendere la tesi che vuole mantenere tale carica, se mi convince voterò con lui. Non dimentichiamo che se la riforma fosse introdotta gli attuali senatori a vita non decadrebbero. Infine resta la questione della sua presunta incompatibilità, sollevata dal collega Adriano Paroli. Se i magistrati indagano sui compensi delle conferenze all’estero del leader di Iv Matteo Renzi, mi domando se Piano possa prendere denaro da un governo straniero per progettare un’opera».

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