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Elezioni europee, il piano PopCon di Meloni per il dopo Von der Leyen

Pietro De Leo
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Da oggi a domenica si svolgerà a Madrid la convention «Europa Viva 24», organizzata da Vox, partito spagnolo della famiglia dei conservatori e guidato da Santiago Abascal. L’iniziativa vedrà l'intervento, da remoto, della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che a livello comunitario è a capo del blocco conservatore. È prevista, tra gli altri, anche la partecipazione della leader di Rassemblemant National Marine Le Pen, un dato che, se letto in controluce, potrebbe richiedere una chiave di lettura politica.

Da più parti, nelle scorse settimane, si era infatti ventilato di segnali di fumo tra la leader francese e la famiglia dei conservatori. Le Pen al momento siede nel gruppo Identità e Democrazia, contenitore di cui fa parte sul lato italiano la Lega. E, allargando il quadro, appartengono a Id anche formazioni come la tedesca Afd che ha pulsioni identitarie estreme e una posizione sulla guerra in Ucraina non allineata con la scelta di contrasto all’offensiva russa operata dall’Unione Europea. Proprio la postura inequivoca a difesa di Kiev sarà un discrimine importante per la definizione della prossima maggioranza comunitaria. Giorgia Meloni, sia come Presidente del Consiglio che come leader di partiMaggio Giorno di chiusura della convention «Europa Viva 24» di Vox a Madrid iniziato oggi to, non si è mai sottratta da quella collocazione. Marine Le Pen, dopo un’iniziale ambiguità sembra aver iniziato un percorso in quella direzione ormai da mesi e l’aver sottolineato l’eroismo ucraino ne è un segno tangibile. L’attenzione principale, ora, è sull’ipotesi del cambio di maggioranza a livello europeo. Ovvero quella fondata su un punto di partenza: l’abbraccio tra popolari e conservatori che potrebbe modificare le dinamiche. Si tratta di un obiettivo segnato dalle incognite sui risultati, su cui al momento l’unico punto ad apparire fermo è la primazia del PPE. I popolari, il cui cardine nel nostro Paese è la Forza Italia guidata da Antonio Tajani, presentano come «spitzenkandidat» la presidente della Commissione uscente Ursula von der Leyen, che nella parte finale del suo mandato ha espresso una certa sinergia con la presidente del Consiglio italiana, sui temi dell’immigrazione, della cooperazione in Africa e della reazione alle calamità.
Tuttavia, la procedura di elezione del presidente della Commissione prevede due passaggi: prima il nome deve ricevere l’ok del Consiglio dei Capi di Stato e di governo. Successivamente, deve ottenere il via libera del Parlamento Europeo. La figura di Ursula von der Leyen è la prima carta da cui parte il gioco e non è detto sia confermata da questa doppia lettura. Altre ipotesi al vaglio, comunque, non sarebbero penalizzanti per l’Italia. È il caso della maltese Roberta Metsola (attuale presidente del Parlamento Europeo), oppure del greco Kyriakos Mitsotakis. In entrambi i casi si tratterebbe di esponenti di Paesi mediterranei, che dovrebbero essere per analogia più sensibili alle istanze italiane. Qualora riuscisse questo cambio di maggioranza, con un ruolo di primo piano dei conservatori, ciò potrebbe avere conseguenze anche nel quadro italiano, incardinando Fratelli d’Italia in una piena logica di governo europea e avviando un percorso verso un partito conservatore plurale calato nella specificità italiana.

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