Superbonus, cosa cambia con le nuove regole. Passa la fiducia in Senato
Due giorni dopo la spaccatura sullo spalma-crediti, la maggioranza serra i ranghi e la fiducia posta dal governo sul decreto Superbonus viene approvata al Senato con 101 voti favorevoli e 64 contrari. Il provvedimento passa alla Camera tra la soddisfazione del ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, secondo il quale "sono numeri che non lasciano dubbi né interpretazioni" e confermano "che non c'è nessun problema politico e che la maggioranza non e mai stata in discussione, né il Governo".
La questione Superbonus, assicura Ciriani, si risolve "senza né vincitori né vinti ma con soddisfazione di tutti". "Qualcuno ieri ha detto - chiosa il ministro - che Forza Italia non era presente e non avrebbe votato la fiducia, che il governo aveva problemi e tensioni, ma in realtà mi pare che il risultato dimostri il contrario".
Ma cosa prevede il nuovo testo? Superbonus in 10 rate: Le spese sostenute dal 1° gennaio 2024 (nel 2025 scenderanno dal 70 al 65%) potranno essere portate in detrazioni in 10 anni anziché in 4. Bonus casa al 30% dal 2028: Dal 2028 al 2033 l’aliquota della detrazione scenderà al 30%. Stop compensazione: Dal 2025 tutti gli istituti finanziari non potranno più compensare i crediti del superbonus con debiti previdenziali, assistenziali e i premi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Fondo sisma: Plafond da 400 milioni di euro per consentire la cessione e lo sconto in fattura nelle zone colpite dai sismi del 2009 e del 2016: potrà essere usato solo per le nuove pratiche. Controllo dei comuni: I Comuni potranno fare sopralluoghi nei cantieri del superbonus per verificare le eventuali irregolarità. Sugar e plastic tax: Scatteranno nel 2025 e 2026 e andranno a colpire le bevande analcoliche edulcorate e quella sui prodotti di plastica.
Se è vero che i numeri tengono, le posizioni di Forza Italia sul provvedimento restano diverse da quelle degli alleati, tanto che lo stesso vicepremier Antonio Tajani sottolinea "le molte perplessità": "Siamo contro qualsiasi ipotesi di legge retroattiva in qualunque settore - taglia corto il segretario azzurro - È una questione di principio. Noi non rinunciamo alla difesa dei nostri principi, detto questo per un emendamento che non condividiamo non viene assolutamente meno la fiducia nel governo". Sulla questione retroattività "avremmo preferito una maggiore collegialità", evidenzia in aula il senatore Roberto Rosso (FI), ma questo "non ci impedisce, per la profonda lealtà che caratterizza Forza Italia di essere favorevoli al provvedimento del suo complesso".