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Meloni-Schlein, il duello fa arrabbiare gli "esclusi". E Conte prova a farlo saltare

Edoardo Romagnoli

Giuseppe Conte non riesce proprio a fare pace con l’idea che Elly Schlein e Giorgia Meloni si confronteranno in un dibattito tv; anche se ancora non è dato sapere quando. E così dopo aver pole mizzato per giorni chiedendo di esse re incluso adesso ha cambiato strategia e prova a far saltare il duello. Come? Depositando una proposta di legge per fare in modo che i membri del governo e i parlamentari in carica non possano candidarsi alle elezioni Europee. L’ha chiamata una legge contro le candidature truffa. «Le chiamano candidature civetta, fatte per racimolare più voti. Chiamiamole con il giusto nome: candidature truffa» ha tuonato l’avvocato del popolo. Una proposta che la leader Dem ha snobbato replicando come il Pd è concentrato sulla propria «campagna elettorale, per l’Europa che vogliamo» e lanciando un’altra proposta «per il salario minimo». Nel Movimento 5 Stelle duro anche Patuanelli che ha attaccato Meloni sottolineando come sia «colei che più di ogni altro sta prendendo in giro i cittadini» perché è «inimmaginabile si dimetta da premier per fare l’europarlamentare». Il confronto tra due soli soggetti politici «è un unicum in una tornata elettorale peraltro proporzionale». Ma il malcontento è diffuso e non si limita al Movimento 5 Stelle. Anche Matteo Renzi ha puntato il dito spiegando come il vero obiettivo delle due leader non sia «fare politica a Strasburgo» ma «fare bella figura a Porta a Porta». Nella sua enews ha scritto: «Non sono interessate a cambiare l’Europa davvero, a loro bastano lo share della prima serata e i like». Per l’ex premier in questo modo «il Parlamento di Strasburgo diventa meno importante degli studi Rai di viale Mazzini».

Carlo Calenda chiede di allargare il dibattito a «tutte le maggiori componenti politiche in corsa». Il leader di Azione si è chiesto «si parla di par condicio, occupazione della Rai e di TeleMeloni ma il confronto a due fra Meloni e Schlein all’interno di un’elezione proporzionale non disturba nessuno?». Sulla stessa linea anche il segretario di +Europa Riccardo Magi che definisce il duello tra le prime donne della politica italiana «un duetto stonato» in «violazione della legge» perché «o si fa un dibattito tra tutte le forze in campo, oppure il confronto tra la leader del Pd e la premier non dovrebbe tenersi». La coppia Bonelli-Fratoianni non usa mezzi termini parlando di «una cosa ridicola e offensiva, non ci sono due coalizioni e basta, c’è il proporzionale». Da Avs fanno sapere che si rivolgeranno all’Agcom. Ma non è solo l’opposizione a chiedere che il confronto venga allargato. Antonio Tajani ha prima chiarito come «il duello va fatto» ma «va garantito lo spazio televisivo a tutte le forze politiche in parti uguali» perché «non ci sono leader di serie A e di serie B». La proposta del vicepremier? Un dibattito all’americana con tutti i leader in scena.