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Milano insicura, Piantedosi suona la sveglia a Sala: “Parole da clima elettorale”

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Scintille tra Matteo Piantedosi e Beppe Sala. “Con il sindaco di Milano abbiamo sempre avuto una proficua interlocuzione che non ritrovo in affermazioni così semplicistiche, forse da inquadrare nel periodo pre-elettorale”, risponde così il ministro dell’Interno - in un’intervista al Sole 24 Ore - alle parole del sindaco di Milano dopo le aggressioni agli agenti e le critiche al governo del primo cittadino. “Abbiamo - sottolinea il titolare del Viminale - un generale programma per potenziare il sistema delle espulsioni che sta già dando dei primi, pur ancora limitati, risultati. Ma contiamo di marcare una maggiore differenza entro l’anno”. 

 

 

“Ci sono state anche allusioni su una inadeguata presenza delle forze di polizia nei contesti più critici, come quelli delle stazioni. Ma proprio gli episodi accaduti di recente, che hanno visto protagonisti, se non vittime, operatori delle forze di polizia impegnati a difesa dei cittadini, contraddicono la narrazione di un territorio sguarnito”, il chiarimento dell’ex prefetto.

 

 

Infine sulle proteste nelle università e in vista del Comitato per l’ordine e la sicurezza dedicato alla situazione negli atenei Piantedosi fa un ragionamento: “La crisi medio-orientale ha alimentato un ampio dibattito pubblico con un aumento delle manifestazioni, oltre 1.400 dal 7 ottobre a oggi. Le circostanze critiche sono state sempre gestite con equilibrio e professionalità dalle forze dell’ordine. La nostra scelta è stata quella di non vietare momenti in cui si sviluppa il libero confronto delle idee, nelle piazze come nelle università. Un confronto che ha però come presupposto necessario il rispetto delle posizioni di tutti e il rifiuto di ogni forma di prevaricazione e violenza. La nostra attenzione - si conclude così l'intervista del ministro dell'Interno al quotidiano economico - è massima per evitare che nelle manifestazioni si infiltrino soggetti che tentano di strumentalizzare il dissenso e alimentare in tal modo una pericolosa strategia della tensione”.

 

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