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Toti, Renzi "garantista": gli avversari "voglio mandarli a casa con le elezioni"
A soli trenta giorni dal voto, il governatore della Liguria, Giovanni Toti, è stato posto agli arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta della procura di Genova. Si è detto sereno. "Siamo tranquillissimi", ha dichiarato entrando nella caserma della Guardia di Finanza. L’accusa per Toti è di corruzione. Misure cautelari anche per manager e imprenditori, tra i quali l’ad di Iren Paolo Emilio Signorini e l’imprenditore Aldo Spinelli. "Su Toti: noi siamo garantisti. E lo siamo con gli avversari politici anche se costa fatica. Perché a fare i garantisti con gli amici sono bravi tutti. Il vero garantismo è quello che applica la Costituzione sempre, anche quando non fa comodo", ha scritto su X il leader di Italia viva, Matteo Renzi. "Io gli avversari voglio mandarli a casa con le elezioni, non con le inchieste. Lo dico fin dai tempi di Berlusconi, non ho cambiato idea. E la squadra degli Stati Uniti d’Europa rappresenta l’unica lista garantista", ha aggiunto.
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"Dimettersi sarebbe una resa dal mio punto di vista perché domani qualunque inchiesta, qualunque avviso di garanzia o rinvio a giudizio porterebbe alle dimissioni di un sindaco o di un amministratore", ha affermato invece il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, a margine di Next Mobility Exhibition nei padiglioni della Fiera di Milano a Rho. "Non sono in condizione di suggerire niente a Giovanni, che ritengo un ottimo amministratore - ha sottolineato Salvini -. In Italia e in tutti i Paesi civili qualcuno è colpevole se condannato in tre gradi di giudizio. Non basta un’inchiesta, lo invito a dimostrare che ha lavorato correttamente e spero che i giudici gli diano velocità la possibilità di farlo".