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Ex Ilva, semaforo verde dal governo: in arrivo 150 milioni

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Nuova iniezione di liquidità da 150 milioni per l’ex Ilva di Taranto. È quanto prevede una delle norme del decreto agricoltura, approvato dal Consiglio dei ministri che concretizza l’annuncio arrivato all’ultimo tavolo a Palazzo Chigi con le tute blu. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, aveva assicurato infatti l’arrivo di una seconda tranche di risorse da Ilva in As ad Acciaierie d’Italia in As per la messa in sicurezza degli stabilimenti, in attesa del via libera da parte dell’Ue al prestito ponte da 320 milioni. Accanto, il decreto prevede il rafforzamento della prevenzione del rischio incendi con un rinvio di 48 mesi per la definitiva trasmissione del rapporto di sicurezza e misure a supporto dell’operatività del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, insieme all’allineamento dei termini di durata massima del programma delle amministrazioni straordinarie affittuarie di aziende di interesse strategico con quelli previsti per la società in As. Sparisce invece la norma ‘scudo’ – presente nella bozza che circolava questa mattina – che garantiva la vendita a potenziali acquirenti di Acciaierie d’Italia da eventuali contenziosi con Arcelor Mittal. Intanto, domani sindacati e commissari si incontreranno a Confindustria, a Roma, per fare il punto di una situazione che – denunciano le tute blu – continua ad essere drammatica.

“Ci aspettiamo che finalmente vengano forniti dati certi sugli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e sui tempi delle iniziative di rilancio della produzione e della decarbonizzazione, che non possono più essere rinviati«, ammonisce la Fiom, ricordando che ci sono “20mila lavoratori che attendono delle risposte”. Ma resta il nodo del piano industriale. Sul punto, i metalmeccanici sono categorici: »Senza un chiaro piano di rilancio della produzione di tutti gli stabilimenti Ex Ilva e la garanzia dell’intera occupazione, compresa quella dell’indotto e dei lavoratori in Ilva As, è difficile proseguire un vero confronto«, affermano i rappresentanti Uilm, evidenziando che linee finora prospettate sono “insoddisfacenti”. Nessuno immagina certamente che si possa risolvere lo stallo produttivo dell’Acciaieria con “un colpo di bacchetta”, taglia corto la Fim, che chiosa: “Non ci aspettiamo promesse mirabolanti per il prossimo decennio, ci attendiamo concretezza sui temi urgenti che riguardano i lavoratori e la fabbrica e che sono stati lasciati in sospeso per troppo tempo».

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