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Lega, assalto a Napoli e Livorno per chiudere la bocca a Vannacci e Salvini

Christian Campigli
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La democrazia, per la sinistra italiana, assomiglia agli addobbi di Natale, quelli che emettono luci intermittenti. Decorazioni che un attimo sono accese e l’attimo dopo spente. Persino la libertà di parola, per i saccenti di professione, va dosata con attenzione e concessa solo a chi loro ritengono meritevoli di tale privilegio. Ovviamente, banale sottolinearlo, chi la pensa in maniera diversa dal partito delle tasse, dai radical chic no border e dagli amici di Hamas deve essere boicottato. Senza se e senza ma. L’ultimo esempio di un’interminabile lista di ostracismi in salsa dem è quello riservato al generale Roberto Vannacci, candidato della Lega alle Europee. Matteo Salvini ha individuato nel militare il suo cavallo vincente. E così, una semplice presentazione di un libro si è trasformata, per l’ennesima volta, in una cavalleria rusticana. A Cremona si sarebbe dovuto tenere un incontro per chiacchierare e confrontarsi (come fanno le persone civili) sul nuovo sforzo letterario di Vannacci, "Il Coraggio Vince". Era stata confermata la disponibilità dall’auditorium di Teatrodanza, tutto sembrava essere pronto, ma a meno di un giorno dalla data prescelta l’appuntamento è stato cancellato. Per «motivi di sicurezza». Una valutazione che non ha affatto convinto il candidato alle prossime elezioni europee, che ha chiosato con un’evidente acredine. «È questa la democrazia degli antifascisti». A parti invertite sarebbero già partiti i caroselli ed i sermoni per quello che, a tutti gli effetti, è un odioso bavaglio. Ma non basta.

 

 

Anche a Napoli la sinistra ha dimostrato scarso rispetto per le idee altrui. Una ventina di attivisti si è schierata in piazza Plebiscito per manifestare contro chi ha permesso «a Vannacci e i suoi sostenitori di esporre in tutta tranquillità le loro idee razziste, misogine, omolesbobitransfobiche e abiliste». Sono stati esposti anche striscioni con la scritta «Vannacci Napoli non ti vuole, fattene una ragione». Le forze dell’ordine sono state costrette a presidiare il tratto di strada nel quale c’è il locale in cui si è tenuta la presentazione del libro. In poco tempo la tensione si è fatta insostenibile e si sono registrati tafferugli. I manifestanti hanno tentato di forzare il cordone degli uomini in divisa e c’è stata una carica di alleggerimento. Non soddisfatti, i democratici a luci intermittenti hanno anche lanciato dei palloncini pieni di acqua contro la polizia.

 

 

Più tardi, un copione simile è andato in scena anche a Livorno, dove Salvini presentava il suo libro "Controvento". Alcune centinaia di persone, che si sono mosse in corteo sotto la sigla Azione Livorno antifascista, hanno cercato di impedire il libero dibattito nel teatro dei Quattro Mori. Qui sono partiti i lanci di pomodori e uova contro i reparti mobili della polizia a protezione dell’ingresso. «Come al solito dobbiamo, purtroppo, registrare e stigmatizzare con forza, atti volutamente contrari alla Lega, in particolare il vandalizzare manifesti a Rosignano di Susanna Ceccardi e la manifestazione a Livorno per contestare la presentazione del libro di Matteo Salvini».

 

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