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Concertone, Meloni insultata dal rapper Gennarone e l'opposizione tace ancora

Edoardo Sirignano
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«L’Italia sta vivendo lo spettro del fascismo grazie a quella boc...a di Giorgia Meloni». Così il rapper Gennarone prima di esibirsi al concertone del Primo Maggio di Foggia. Netta condanna da parte della maggioranza, che addirittura lo denuncia per «vilipendio delle istituzioni». La sinistra, al contrario, resta in silenzio, come se nulla fosse accaduto, pur essendo il cantante, modello per tanti ragazzi e avendo urlato quelle parole davanti a tremila persone, giunte nella cittadina pugliese per assistere alla kermesse, che ogni anno si ripete a Parco San Felice. Scoppia, dunque, una polemica. Le sue parole diventano virali sui social e lo stesso artista è costretto a riparare: «Chiedo scusa – dichiara ai taccuini dell’Ansa – se ho urtato la sensibilità di qualcuno». Allo stesso modo, però, non fa passi indietro rispetto alla critica al fascismo: «Mi sembra una cosa anormale quella che sta succedendo in Italia, soprattutto da parte di una presidente del Consiglio, che non si dichiara apertamente antifascista e vara leggi che mettono il bavaglio alla stampa». Lascia intendere come tale modo di agire sia quasi un dovere morale da parte di chi fa spettacolo o come spiega su Facebook «una provocazione artistica».

 

 

Gli insulti, intanto, non lasciano indifferente l’intera maggioranza. Daria Cascarano, responsabile del dipartimento legalità e sicurezza di FdI della provincia di Foggia, addirittura si rivolge alle forze dell’ordine: «Ho presentato denuncia come privata cittadina che si è sentita lesa e in qualità del ruolo che occupo avverto ancor più la possibilità di agire – spiega in un video -. Se il conduttore della serata o un rappresentante del governo cittadino si fossero dissociati al momento delle parole pronunciate sul palco, è probabile che non l’avrei presentata». Nessuno, al momento, infatti, avrebbe preso le distanze rispetto a quanto veniva urlato a squarcia gola. Se qualche presente è rimasto allibito, c’è chi, fino al giorno dopo l'esibizione, ha fatto finta che nulla fosse successo. Per Lucio Malan, capogruppo di Fdi al Senato, la segretaria del Pd Schlein avrebbe dovuto condannarlo: «Le penose e ambigue scuse si sono basate su una giustificazione di carattere politico su cui occorre una posizione politica». Nonostante ciò, a parte le numerose note di onorevoli del centrodestra, non arriva alcuna manifestazione di solidarietà da parte dei progressisti.

 

 

La sola a condannare l’accaduto è la sindaca di Foggia Maria Aida Episcolo che parla di «unica nota stonata di una festa bellissima». Il chiarimento della fascia tricolore di centrosinistra, però, a parere dei più, sarebbe arrivato in modo tardivo. «Ancora più vergognoso – sottolinea il capogruppo di Fdi alla Camera Tommaso Foti – che ad assistere all’ignobile performance fossero presenti alcune cariche istituzionali, non solamente del Comune, dalle quali non è arrivata alcuna condanna nell’immediato». Per quanto riguarda il sindacato, invece, non passa inosservata la stoccata solitaria della Cisl. Per il segretario generale Luigi Sbarra si tratta di «un’inqualificabile aggressione, un attacco vergognoso e sessista».

 

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