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Pd, l'ultima grana di Schlein: Emiliano il ribelle in fuga dall'Antimafia

Dario Martini
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Michele Emiliano continua a sottrarsi alla convocazione della commissione Antimafia. Eppure gli era stato dato un ventaglio di cinque date. Nessuna è di suo gradimento. Così ieri sera la commissione è stata costretta a sconvocare la seduta di domani, 2 maggio, in cui sarebbe dovuta avvenire l’audizione. È vero che un presidente di Regione (in questo caso il governatore della Puglia) ha una miriade di impegni. Ma anche la convocazione dell’Antimafia, tra l’altro non un organismo qualunque, è un appuntamento che non può essere trattato con sufficienza. La commissione d’inchiesta in questo caso intende indagare sulle infiltrazioni della criminalità in Puglia e dei legami con la politica, dove lo stesso Emiliano, nell’ormai famoso comizio al fianco del sindaco di Bari Antonio Decaro, ha raccontato quando si recò dalla sorella di un boss per far cessare le minacce allo stesso Decaro. La Regione presieduta da Emiliano nelle ultime settimane è finita nell’occhio del ciclone anche per l’arresto dell’ex assessore Pisicchio, il quale avrebbe rivelato al gip uno scambio di messaggi con cui proprio il governatore lo avrebbe informato dell’indagine a suo carico.

 

Insomma, di argomenti di cui parlare ce ne sarebbero molti. Ma Emiliano trova «inopportuno» recarsi in audizione. Non gli va bene il 2 maggio, ma ritiene poco consoni pure il 7, l’8 e il 9. E ha respinto pure l’ipotesi del 30 aprile. Il Pd ufficialmente fa quadrato e accusa il centrodestra di utilizzare la commissione come una «clava» per processare gli avversari politici.

 

Ma le inchieste giudiziarie e gli arresti non sono certo un’invenzione. Tutto ciò rappresenta una grana per Elly Schlein, alle prese con il rush finale della campagna elettorale per le Europee. Il senatore di Forza Italia Francesco Silvestro ritiene che il comportamento di Emiliano rappresenti «una grave mancanza del senso delle istituzioni e dell’importante lavoro svolto dalla Commissione su atti delicati e legittimi». Anche Italia Viva stigmatizza la fuga del governatore. «Ancora una volta Michele Emiliano conferma la sua allergia a rispettare le istituzioni e a onorare il ruolo che ricopre», dice Lella Paita, coordinatrice nazionale di Iv membro della commissione Antimafia, che aggiunge: «Con una giustificazione risibile, di fatto Emiliano si sottrae alla convocazione della commissione Antimafia cercando di dettare delle regole fatte su misura per lui. Il suo è un comportamento eversivo, oltre che irresponsabile. Dovremmo rallegrarci pensando che la sua esperienza di governatore finirà. Poi però ci ricordiamo che tornerà a fare il magistrato e rabbrividiamo».

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