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Giorgia Meloni scende in campo: "Tre mosse per la nuova Ue"

Pietro De Leo
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Oggi si chiude la conferenza programmatica di Fratelli d’Italia a Pescara, e la cuspide politica dell’iniziativa è il momento in cui Giorgia Meloni -salvo clamorose sorprese- dovrebbe annunciare la sua candidatura. La presidente del Consiglio è giunta nella città abruzzese ieri sera e oggi, prima del discorso conclusivo, ci sarà spazio anche per la coalizione. Interverranno il segretario di Forza Italia Antonio Tajani, il fondatore di Noi Moderati Maurizio Lupi e il numero uno dell’Udc Lorenzo Cesa. Il leader della Lega Matteo Salvini, invece, non sarà presente ma, come annunciato ieri, parteciperà in video collegamento. Dunque, a conclusione della tre giorni, Giorgia Meloni dovrebbe ufficializzare la sua corsa per le elezioni europee, a quanto pare da capolista in tutte le circoscrizioni. Fornendo anche un’architettura programmatica di massima di quelle che saranno le priorità da rivendicare nel contesto comunitario. Tra queste, l’implementazione della dimensione europea del Piano Mattei per contrastare l’immigrazione clandestina e avviare un percorso di cooperazione con i Paesi africani. Un lavoro che ha preso corpo negli ultimi mesi con un gioco di sponda insieme alla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen. L’impostazione di una politica basata sulle partnership ha cominciato a dare i suoi risultati, basti pensare al calo degli arrivi dalla Tunisia. Altro tema sarà quello ambientale, promuovendo una discontinuità rispetto ad un green deal che per la prima parte della legislatura ora agli sgoccioli, per influsso dei socialisti, è stato del tutto antitetico rispetto alla necessità di conciliare normative ambientali e agibilità economica per le imprese. E ancora il tema della natalità, altro punto qualificante della proposta di Fratelli d’Italia. Questi, dunque, sono tre punti tra quelli che la presidente del Consiglio dovrebbe trattare oggi.

Intanto, ieri la seconda giornata ha visto una panoramica ad ampio raggio su tutti gli argomenti che costellano l’agenda politica. Tra cui l’intelligenza artificiale, in un panel coordinato dal direttore del Tempo Tommaso Cerno. Rilevanza, poi, all’economia e alla questione tasse. Il vice ministro dell’economia Maurizio Leo che ha insistito sul concetto di «fisco dialogante». Spiegando che, attraverso la tregua fiscale, «abbiamo recuperato 6,8 miliardi di euro». E ha spiegato: «Quando siamo arrivati al governo stavano per partire 28 milioni di euro di cartelle di pagamento. Noi abbiamo detto che le imposte si devono pagare e non abbiamo fatto sconti, nonostante quello che dicono i nostri avversari. Ma abbiamo abbassato le sanzioni. E la gente ha pagato». Un panel poi è stato dedicato alla giustizia, con il ministro Carlo Nordio che ha ribadito gli obiettivi di riforma del governo. Il primo "pacchetto" (che contiene, tra le varie cose, l’eliminazione dell’abuso d’ufficio e la riforma delle intercettazioni) sarà approvato entro maggio. Invece sulla separazione delle carriere e Csm «ci vorrà più tempo perché sono di tipo costituzionale ma ce la faremo entro la fine della legislatura». Nel frattempo, a margine si fa largo il completamento delle liste (entro il primo maggio si chiuderà la partita). Confermati il copresidente Ecr Nicola Procaccini così come Carlo Fidanza, entrambi uscenti, così come Pietro Fiocchi, industriale nel campo delle munizioni. Dato per certo, poi, l’esordio dell’assessore veneto Elena Donazzan. E potrebbe essere schierato anche Fabrizio Tatarella, nipote dello storico esponente della destra Pinuccio, del quale è impegnato a rivendicare la memoria politica attraverso la divulgazione culturale. Oggi Meloni dovrebbe sciogliere la riserva.

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