costretta alla retromarcia

Schlein, nemmeno il Pd la vuole. La congiura contro il “nome” e lei deve levarlo

Edoardo Romagnoli

Good bye (al nome) Elly nel simbolo. Alla fine è arrivata la retromarcia della leader dem che, in diretta social, ha posto fine alla querelle scatenata dalla proposta avanzata da Bonaccini durante la Direzione del partito. Nel logo del Pd non ci sarà il nome della segretaria. «Questa proposta mi è sembrata più divisiva che rafforzativa. Si è aperta una discussione ieri in Direzione e anche fuori. Ringrazio chi ha fatto questa proposta ma il contributo migliore che posso dare a questa squadra, lo posso dare correndo assieme alla lista» ha dichiarato Schlein. D’altronde l’idea di avere il nome della segretaria nel simbolo non era proprio piaciuta. Oltre a Prodi che ha parlato di «ferita alla democrazia» e Cuperlo che le ha scritto direttamente dicendole «non sei Giorgia», ci sono state critiche anche da esponenti dem molto più vicini alla leader come Provenzano, Sarracino e Lucia Annunziata che ha sottolineato la contraddizione tra la battaglia contro il premierato e l’inserimento del nome nel simbolo.

 

  

 

D’altronde nel Partito democratico, eccezion fatta per Veltroni, nessun segretario aveva mai osato mettere il proprio nome nel simbolo; neanche Renzi. E di certo nessuno si aspettava che a farlo sarebbe stato proprio la prima segretaria donna, quella che si era presentata dicendo che avrebbe voluto un partito plurale, dove il «noi» doveva prendere il posto dei cacicchi e dei loro personalismi. Nel video anche una serie di ringraziamenti. Il primo è per Nicola Zingaretti che, alla fine, sarà al secondo posto nella lista della circoscrizione Centro, proprio dietro a Elly. «Grazie per aver ceduto alle mie insistenze - ha detto la segretaria rivolgendosi all’ex governatore del Lazio -. Da molto tempo gli avevo chiesto l’impegno». Ma anche per l’ex medico di Lampedusa Pietro Bartolo che su «X» aveva espresso dei dubbi sulla sua candidatura nella circoscrizione Isole per non aver ricevuto «la giusta considerazione da parte del segretario regionale e per questo, nelle prossime ore rifletterò sul da farsi». E Schlein ha parole al miele anche per lui: «Si è sempre speso a difesa di chi arriva dal mare e lo voglio ringraziare per questi annidi impegno al Parlamento europeo».

 

 

La retromarcia di Schlein non è passata inosservata e così da Fratelli d’Italia è arrivata la stoccata. «C’è chi va fiero del proprio leader e chi no - si legge sui social del partito di via della Scrofa -. Noi andiamo fieri di Giorgia Meloni. L’Italia cambia l’Europa». Nel post il simbolo dem, in cui il nome Elly Schlein va scomparendo con un effetto grafico, appare accanto a quello di FdI dove è presente il nome di Giorgia Meloni.