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Schlein con il nome nel simbolo: il Pd diventa leaderista ma non può dirlo

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Elly Schlein ha sciolto la riserva e ha deciso di scendere in campo: "Sono disponibile a dare una mano con spirito di servizio, mi candido a dare una spinta a questa meravigliosa squadra e a un progetto di cambiamento del Pd e del Paese", ha detto durante la sua relazione alla direzione del partito al Nazareno. La segretaria del Pd sarà capolista al Centro e nelle Isole. Cecilia Strada nella circoscrizione Nord ovest, Stefano Bonaccini al Nord est e Lucia Annunziata al Sud. Stando a quanto filtra, però, i lavori sono partiti in ritardo perché è scoppiata un'accesa discussione sulla possibilità di inserire il nome di Schlein nel simbolo del partito per la campagna elettorale. A proporre questa mossa è stato il presidente della regione Emilia-Romagna. Non pochi i malumori interni. Sono stati tre i no nella segreteria dello schieramento. Si sono detti contrari Peppe Provenzano, Marco Sarracino e Debora Serracchiani. "Alle europee si vota il Pd, non il segretario. Il nome nel simbolo è stato inserito solo una volta, alle politiche con Veltroni. Anche con Bersani e Renzi una proposta del genere è stata bocciata": è la riflessione che è stata fatta sulla questione.

 

 

"No" al nome di Elly Schlein nel simbolo Pd per le europee. Lo ha detto Gianni Cuperlo, nel suo intervento in Direzione. "Il nome nel simbolo è per l’elezione monocratica, alle europee bisogna votare Pd", ha affermato il deputato dem. Non mancano le critiche a un Partito democratico che diventa leaderista e che, però, non può dirlo. "Aveva detto che bisognava dire basta col partito dell’io, che bisogna fare il partito del noi. E finisce col mettere il suo nome nel simbolo, come Berlusconi che lo aveva fatto ben prima di lei, per tentare di trasformare il Pd nel nuovo PdS, il Partito di Schlein. Seppellite e archiviate ore e ore di pensose prediche dei sinedri della sinistra contro la deriva personalistica e contro il narcisismo al potere. Parte da noi, ma arriva solo lei", ha scritto sui social il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva. 

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