TOTONOMI
Pd, da Annunziata a Bonaccini tutti vogliono il primo posto. Schlein? Vada in ordine alfabetico
Ormai non resta che sfogliare la margherita o partecipare ad una seduta di autocoscienza. È che il rovello di Elly Schlein non si scioglie, il Pd resta a metà del guado. La direzione, preconvocata per metà aprile, arriverà in realtà verso fine mese, o comunque dopo il turno regionale della Basilicata. E il punto dolente è sempre lo stesso. O meglio ormai sembra acclarato che la segretaria Dem sia capolista nelle circoscrizioni del Centro e delle Isole, il problema è cosa fare nelle altre tre circoscrizioni? Così al Nazareno impazza una sorta di strambo festival, idee a ruota libera, all’insegna di un ritorno al vintage, la fantasia al potere. Elly candidata al terzo posto in tutte le circoscrizioni? Perché non ultima, come segno di attenzione per il partito? Alla fine, ma mai scommettere che sia l’ultima parola, sembra prevalere la decisione di inserire Elly Schlein, in ordine alfabetico, nel Nord Ovest, Nord Est e Sud. Uno stratagemma inutile, perché certamente non contribuirà ad alleviare malesseri e polemiche. In più, comunque, la segretaria dovrà in tutte le 5 circoscrizioni, correre per non arrivare seconda, facendo necessariamente ombra agli altri candidati.
Una sfida che si prospetta interessante nel Nord Est: prenderà più preferenze il capolista Stefano Bonaccini o la segretaria candidata nelle retrovie della lista? In pratica una rivincita delle primarie, dove il primo vinse quelle degli iscritti, e la seconda (con l’aiutino) quelle aperte. Il presidente dell’assemblea nazionale Dem, dopo l’ultimo colloquio con Elly, è sicuro di essere il numero uno, alle sue spalle l’ambientalista Annalisa Corrado, in un primo tempo ipotizzata come capolista. Il leader della minoranza avrebbe avuto rassicurazioni anche sulla presenza in lista, sempre circoscrizione Nord Est, di due sue eurodeputate uscenti: la vicentina Alessandra Moretti, e la bolognese Elisabetta Gualmini. Salda, nel borsino del Nazareno, anche la capolista nel Nord Ovest, Cecilia Strada, figlia del fondatore di Emergency. Dietro di lei, Andrea Orlando ha dubbi sul suo futuro: rimanere nell’irrilevanza romana, o andarsi a giocare il ruolo di capo delegazione a Bruxelles contro Nicola Zingaretti? In più l’ex ministro del lavoro è ingolosito dalla possibilità di candidarsi in Liguria per il dopo Toti, per dire che la seconda postazione nel Nord Ovest è ancora ballerina. L’eventuale candidatura di Orlando provoca palpitazioni ad un suo concittadino (entrambi sono nati a La Spezia), il capo delegazione uscente Brando Benifei. Sicure invece altre due pedine di Energia Popolare (la corrente di Bonaccini): Giorgio Gori, sindaco di Bergamo in scadenza, ed Irene Tinagli.
Le cose tornano complicate nella Circoscrizione Centro, per la «grana» Tarquinio e per l’affollamento di candidati «papabili». Intanto dietro Elly Schlein, Nicola Zingaretti e l’ex direttore dell’Avvenire, il «Santoro» bianco, si contendono il numero due della lista. Poi per le altre posizioni, lotta all’ultimo voto, tra Dario Nardella, in quota Franceschini, Matteo Ricci, in quota Bettini, Camilla Laureti, unica eurodeputata uscente fedelissima della Schlein, Antonio Mazzeo, presidente del consiglio regionale toscano, da sempre «fratello» di Luca Lotti e Alessia Morani. Una guerra fratricida. Clima non molto migliore nella Circoscrizione Sud, anche per le continue «scosse» che si registrano in Puglia. Le prime due posizioni, sono le uniche annunciate ufficialmente dalla segretaria, ovvero Lucia Annunziata ed il contestato Antonio Decaro. Terza postazione possibile per Pina Picierno, mentre reclama spazio il giornalista Sandro Ruotolo. Infine le Isole, in pole position, dietro a Schlein, il senatore Antonio Nicita, la giornalista Lidia Tilotta e l’uscente Pietro Bartolo. Insomma troppi problemi per una segretaria in autocoscienza.