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Bari, altro macigno su Decaro: il suo assessore indagato. Pd-M5S divisi al voto

Dario Martini

Nuova tegola per il sindaco di Bari Antonio Decaro. Il suo assessore al Bilancio, Alessandro D’Adamo, è indagato dalla Procura europea per concorso in truffa aggravata per le erogazioni pubbliche ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Le indagini sono condotte dalla Guardia di finanza. Gli indagati avrebbero beneficiato dei contributi europei erogati nell’ambito del programma "Garanzia giovani" attraverso alcuni enti di formazione. D’Adamo, tra l’altro, fa parte di Sud al Centro, lo stesso movimento politico dell’assessore regionale Anita Mauorodinoia (indagata insieme al marito avvocato) che si è dimessa nei giorni scorsi. Tutto ciò mentre gli ispettori inviati dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi stanno facendo le loro valutazioni sull’eventuale scioglimento del Comune guidato proprio da Decaro, che invece cerca di allontanare dalla propria amministrazione qualsiasi tipo di ombra: «Sono convinto che, anche se l’indagine non riguarda attività legate al Comune ma attività professionali, l’esercizio di una funzione pubblica importante come quella di assessore deve essere al di sopra di ogni sospetto, e quindi appena ho avuto notizia ho revocato la delega a D’Adamo».

 

  

 

Di pari passo con le inchieste si fa ancora più incandescente il confronto a sinistra tra Pd e M5S. L’ultimo colpo di scena è il ritiro della candidatura di Nicola Colaianni, l’ex pm di 78 anni che era stato individuato da Nichi Vendola come soluzione per mettere pace tra Elly Schlein e Giuseppe Conte. È stato proprio il leader pentastellato a farlo saltare. Dunque, cosa accadrà adesso? L’ipotesi più probabile, a cui sembrano rassegnati anche Dem e 5 Stelle, è di andare divisi al voto, facendo diventare il primo turno le vere primarie, con Vito Leccese da una parte e Michele Laforgia dall’altra. Proprio quest’ultimo, così come Colaianni, era stato indicato da Vendola, che negli ultimi mesi si era illuso di fare il "king maker" delle elezioni nel capoluogo pugliese. Adesso l’ex governatore, oggi presidente di Sinistra italiana, ha rotto pure con Conte e si sta riavvicinando al Pd, insieme al suo segretario Nicola Fratoianni. In tanti, tra i Dem, gli stanno chiedendo di risolvere l’impasse candidandosi in prima persona a sindaco. Sarebbe la soluzione per ritrovare l’unità a sinistra. Ma lui, condannato in primo grado per il caso Ilva, per ora preferisce restare dietro le quinte.