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Pd? Un grande comitato elettorale. Zanda manda ko Schlein e demolisce Conte

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Un quadro molto negativo. È quello tracciato da Luigi Zanda, tra i fondatori del Partito democratico, sulla gestione di Elly Schlein dei dem: “Il Pd rischia di trasformarsi in un grande comitato elettorale, che si occupa per lo più di liste secondo un processo che Schlein non ha fermato, c’è un tema di selezione della classe dirigente, che non è stato affrontato. Non viene data la necessaria attenzione alla forma partito. Il punto è che - dice in un’intervista a La Stampa l’ex senatore - i comitati elettorali non vivono di idee, ma di raccolta fondi, così i controlli diventano difficili ed è inevitabile avere sorprese sgradite, come a Bari e Torino”.

 

 

“Giuseppe Conte può essere un alleato affidabile?”, la domanda posta a Zanda, che sull’ex premier ha un giudizio di totale chiusura: “Guardi, l’obiettivo di Conte è battere il Pd, è più forte di lui. Questo perché sogna di tornare a fare il presidente del Consiglio, cosa impossibile dopo il suo primo governo con la Lega. Le norme emanate con Salvini sono uno stigma, le successive piroette politiche gli rendono la strada verso Palazzo Chigi impraticabile. E non mi sentirei nemmeno di escludere un ritorno di fiamma con Matteo Salvini. Ha notato che da parte sua c’è una esibita volontà di non dire mai di essere di sinistra? Questo dovrebbe far riflettere. In passato - chiosa Zanda - si è definito orgogliosamente populista. In lui nulla è definitivo”.

 

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