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Bari, Emiliano si aggrappa alle figure retoriche: "Su Decaro usato un'iperbole"

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Il caso Bari sta infiammando la politica italiana. Da quando il governatore della Puglia, Michele Emiliano, durante la manifestazione a sostegno del sindaco Antonio Decaro, ha preso il microfono e ha raccontato di aver portato l'attuale primo cittadino del capoluogo pugliese a casa della sorella del boss e di averglielo "affidato", in casa Pd è scoppiata una grana. Ora anche l'inchiesta per voto di scambio, che ha travolto la Giunta regionale della città e che ha incrinato un'alleanza già poco solida. Il Pd ha accusato di "slealtà" il leader M5s. Dura Elly Schlein: "Non tolleriamo voti comprati". E ha aggiunto: "Strada dell'unità rotta da altri". Giuseppe Conte ha replicato: "Per noi legalità non è valore negoziabile".

 

 

Una slavina che da Bari travolge il campo largo. A rompere il silenzio è Emiliano stesso: "Io sono sempre stato l’elefante nella stanza del Pd! Il partito non mi ha mai metabolizzato, sono stato sempre una spina nel fianco, per tanti segretari", ha detto al Corriere della Sera. Cosa è successo con Decaro dopo l'aneddoto declamato? "Abbiamo un legame ventennale che si è rinsaldato: ci attaccano insieme. In realtà avevo usato un’iperbole da comizio: il pm Emiliano, che aveva fatto arrestare i mafiosi, va nella sua veste di sindaco a spiegare ai cittadini di Bari Vecchia la Ztl e porta con sé il suo assessore", ha affermato. Poi il governatore della Puglia ha ammesso che, se potesse tornare indietro, cambierebbe i modi: "Vabbé, col senno di poi userei altre parole, poi dopo tanti anni ognuno può ricordarla diversamente", ha concluso. 

 

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