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Pd, liste tutto da rifare. La rivolta delle donne: a rischio Tarquinio e Strada

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Mira Brunello
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La strategia di Elly Schlein per le elezioni europee è andata in frantumi sulla composizione delle liste. La rivolta delle donne dem, infuriate contro l’infornata di volti "civici", ha fatto scoppiare una bomba (politicamente parlando). Tanto che la segretaria si sta preparando a fare più di un passo indietro. A dimostrazione dello scollamento che c’è tra i suoi fedelissimi e il resto del Pd. Dopo quasi un anno di logorante confronto interno, è di nuovo tutto per aria, nonostante Schlein confidasse di utilizzare il voto di giugno per attestare definitivamente la sua leadership nel partito. «Spazzare via la minoranza e i cacicchi», l’obiettivo che la segretaria aveva trasmesso al "tortellino magico" (con una spruzzata di "Negroamaro" portata dal pugliese Francesco Boccia) con lei insediato al Nazareno. Da qui l’idea di creare una sorta di "predellino" dem: Elly capolista in tutte le circoscrizioni, per mettere subito le cose in chiaro. È che la suggestione lanciata dal più strutturato tra i suoi sostenitori, il presidente dei senatori dem, non ottiene l’effetto voluto. Il partito è in subbuglio, Elly Schlein sarebbe la prima segretaria a farlo, nessuno dei suoi predecessori, neanche Matteo Renzi, aveva osato tentare il grande "slam". E allora, fermi tutti, ignari del monito definitivo di Nanni Moretti («no, il dibattito no»), discutiamone «compagni». Così, in un clima agitato, da assemblea studentesca (anche se Roberto Benigni lo definirebbe «a bischero sciolto»’) si partorisce la "pazza idea".

 

 

Inserire la segretaria al numero tre in tutte le circoscrizioni, fatta esclusione per le Isole dove avrebbe potuto aprire le liste. Il "genio" però evidentemente non bastava, ci voleva proprio il tocco finale, per far implodere del tutto il partito. Una specialità che viene ampiamente riconosciuta al magico mondo di Elly, dilettanti allo sbaraglio per molti vecchi funzionari che allignano nei gruppi parlamentari (e tra loro Enrico Morando che dice «non c’è orizzonte strategico, c'è un errore tattico»). Ovvero la suggestione amena: mettere in pista cinque donne civiche in testa alla lista (in realtà 4, perché Annalisa Corrado, ipotizzata per il Nord Est, in realtà è interna). Apriti cielo, in poche ore il Pd è sottosopra, le donne guidano la rivolta, persino Stefano Bonaccini, preferito alla fondamentalista verde e quasi sconosciuta Corrado, perde le staffe. A Bruxelles il gruppo parlamentare si ammutina, in più c’è la grana di alcune candidature esterne che agitano l’opposizione, quelle dell’ex direttore dell’Avvenire Marco Tarquinio, e di Cecilia Strada, che mettono platealmente in discussione la posizione del Pd sulla guerra in Ucraina.

 

 

 

Così salta tutto, ed Elly è costretta a rivedere i suoi piani. O meglio il governatore dell’Emilia Romagna (che tornerà alle urne in ottobre) già beffato alle primarie, dovrebbe vincere il suo braccio di ferro e aprire la lista nel Nord Est, l’eurodeputata Camilla Laureti (l’unica che votó Schlein ai gazebo) potrebbe fare la capolista nel Centro, seguita dall’inquieto Nicola Zingaretti, la stessa presenza della segretaria in tutte le circoscrizioni come numero tre potrebbe essere ripensata, per arrivare alla sola capolistatura nelle Isole. L’unico asset su cui reggevano i sogni di gloria del Nazareno si basava sulla polarizzazione del confronto con Giorgia Meloni. Una strategia che mostra i suoi limiti, perché in attesa delle decisioni della Presidente del Consiglio, il Pd è andato in frantumi. Un esito determinato anche dalla gestione fallimentare delle elezioni regionali, pure in Sardegna, dove il campo largo ha vinto, ma consegnando al "quasi amico" Giuseppe Conte, la presidenza della Regione.
Per non dire della Basilicata e del Piemonte, in cui il puzzle delle candidature alla fine ha scontentato tutti. Così ora alla pretora di "humarell" che si aggirano sfaccendati intorno alle voragini create dal magico mondo di Elly, non resta che sperare in un risultato. Il tonfo della segretaria che nessuno aveva visto arrivare. Come in molti casi succede per gli eventi atmosferici eccezionali.

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