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Accessibilità digitale, adesione bipartisan. Ciocchetti: "Autonomia e welfare"

Giuseppe China
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Il grado di esclusione è enorme nella vita reale ma anche in quella digitale. E per comprenderlo basta un dato: solo il 2-3 per cento di app e siti è completamente accessibile alle persone con disabilità. «A vent’anni di distanza dall’introduzione della legge Stanca tanti siti pubblici e privati non possono essere fruiti. È un problema serio anche a livello europeo dove ci sono 80 milioni di disabili. L’accessibilità vuol dire autonomia e welfare». Affermazioni del vicepresidente della commissione Affari sociali della Camera, Luciano Ciocchetti (FdI) che ieri ha presentato l’intergruppo parlamentare per l’accessibilità digitale. Il raggruppamento ha ricevuto un’adesione bipartisan (22 tra deputati e senatori) e ha lo scopo di promuovere iniziative culturali e legislative che permettano a 13 milioni di italiani, con deficit di varia natura, di accedere alle informazioni e ai servizi digitali. Sui quali incombe la scadenza del 2025 quando tutti i siti, in base all’«european accessibility act», dovranno avere un sito accessibile e conforme.

 

 

All’evento ha partecipato anche il direttore generale di AgiD (agenzia per l’Italia digitale) Mario Nobile: «Il tema dell’accessibilità è una questione di civiltà che si estende al capitolo dell’intelligenza artificiale. Una rivoluzione che rischia di lasciare indietro qualcuno. Per raggiungere gli obiettivi il Pnrr ha stanziato 80 milioni di euro che permetteranno a 55 amministrazioni tra Regioni, Comuni e città metropolitane di acquistare tecnologie e formare il personale».

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