il virus delle correnti

Conte, la rivolta della base grillina: Appendino e Patuanelli in pole position

Edoardo Sirignano

«L’ambizione di Conte è essere leader del Pd». Le parole di Casaleggio, figlio del guru del M5S, a Tagadà sono la goccia che fa traboccare il vaso. Il virus delle correnti, conosciuto un tempo solo tra i corridoi del Nazareno, infetta una forza, che non è più blocco granitico come alle origini. L’ultima uscita di Toninelli sul campo largo, a cui viene il «voltastomaco» quando lo sente, vale più di mille parole. I protagonisti del V-Day intendono riprendersi il giocattolo e l’arma vincente è quell’equidistanza, divulgata un tempo dall’ormai superata Rousseau: «Il M5S - spiega chi lo ha visto nascere in casa - è basato sul non riconoscersi dentro una casella di destra o sinistra».

 

  

 

La rivolta della base è alla luce del sole. La congiura, ordita in qualche ristorante dalla sindaca Virginia Raggi, esce dal palazzo. Oltre ai big, rimasti fuori a causa del doppio mandato, tra cui Danilone delle scatolette, la solita Taverna o il mai domo Bonafede, favorevoli a cambiare il vertice anche diversi parlamentari in carica. A uscire allo scoperto, ad esempio, è la senatrice Gabriella Di Girolamo, secondo cui «quando il M5S non corre da solo, viene penalizzato». Non è un caso che a sollevare la protesta sia un abruzzese, dove si è passati dal 19% al 7%. Qualcuno ipotizza che a tirare i fili della rivoluzione possa esserci addirittura Grillo. Sarà una coincidenza, ma torna a parlare proprio nel momento più difficile per Conte.

 

 

Sul Blog delle Stelle, riprendendo il Financial Times, spiega come volano della ripresa è stato quel Superbonus, a più riprese criticato. Vorrà dire sono tornato o aspettate che insieme ci riprendiamo quanto ci spetta? Chi vuole creare scompiglio sin da subito, intanto, è Vincenzo Spadafora. In un’intervista al Corriere della Sera lancia un nuovo progetto politico. Sarà la vendetta dell’intramontabile Di Maio? Una cosa è certa, Conte non può commettere più passi falsi, a maggior ragione se in panchina c’è una tale Appendino. Secondo i ben informati, è la prescelta per il futuro. Non solo è fedelissima di Beppe, ma è punto fermo tra quei parlamentari preoccupati per l’avvenire. Il campo largo, secondo qualcuno, sarebbe solo una scusa per trattare qualche casella col Pd. In prima fila, ci sarebbe quel Patuanelli, che insieme a Boccia, si è inventato il governo giallo-rosso.