l’intervista

Regione Lazio, il primo bilancio di Rocca: "Un miliardo per gli ospedali. Rimborsi? Serve la proroga"

Susanna Novelli

Un’agenda fitta di impegni ma sempre con il sorriso in viso e pronto ad ascoltare chi incontra, fissando sempre negli occhi i propri interlocutori. Dodici mesi esatti da quando Francesco Rocca è passato dalla guida della Croce Rossa a quella della Regione. Ed è tempo di bilanci.

Presidente Rocca, un anno al timone del Lazio, più conferme o più sorprese?
«Più conferme in merito alla capacità di resilienza e di far fronte alle sfide della complessità di questa Regione. Mi riferisco alle imprese, ai lavoratori, agli straordinari operatori sanitari del Servizio Sanitario Regionale. La sorpresa è stata quando ci siamo resi conto, una volta insediati, dell’eredità devastante cui stiamo ponendo rimedio: 22 miliardi di euro di debiti sono un fardello importante».

Qual è stato il momento più difficile, e quello più bello in questi 12 mesi?
«Il momento più difficile è stato certamente l’incendio all’ospedale di Tivoli, in cui hanno perso la vita tre anziani. Non a caso, la scorsa estate prima di questa tragedia, con la mia Giunta abbiamo stanziato circa 700 milioni proprio per mettere in sicurezza l’antincendio e l’antisismico delle strutture sanitarie. Il momento più bello e carico d’emozione è quando sono stato al Sant'Alessio, dove un’orchestra interamente composta da musicisti non vedenti e ipovedenti ha offerto una splendida lezione di forza e determinazione o quando ho visto ragazzi fragili imparare un mestiere grazie ai corsi di formazione professionale sostenuti con le risorse regionali. In quei momenti comprendi quanto davvero questa istituzione possa incidere, positivamente, sulla vita delle persone».

 

  

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Il 20 marzo presenterete il bilancio di questo primo anno di governo, ci può dire tre cose fatte e tre obiettivi per il 2024?
«Guardi, ce ne sono tante. Mi lasci però parlare di sanità, una materia che copre oltre il 70% del bilancio regionale. Ci siamo concentrati sulle persone che rischiano di trovarsi in una condizione di marginalità, di solitudine. Penso al contributo di 5 milioni di euro per il sostegno psicologico ai malati oncologici, al maxi piano di investimenti in edilizia sanitaria da 1 miliardo e 171 milioni di euro,la diminuzione dell’83% delle ambulanze e delle barelle bloccate presso i Pronto Soccorso a settembre rispetto al mese di gennaio di quest’anno, il calo del 29% delle attese dei pazienti in pronto soccorso prima di trovare un posto letto per il ricovero e la riduzione 28 per cento delle attese dei pazienti nei pronto soccorso tra la visita medica e la dimissione. L’obiettivo, nel 2024, è continuare, con ancora più forza, ad abbattere le liste d’attesa e decongestionare i Pronto Soccorso del Lazio, cambiare il volto della medicina sul territorio e sbloccare opere infrastrutturali indispensabili per la crescita e lo sviluppo del Lazio».

La sanità è il settore più importante e delicato, alcune linee sono state tracciate ma resta ancora molto da fare. Una strada piena di ostacoli, non solo economici ma anche o soprattutto politici, quale dei due la preoccupa di più?
«La sanità è un settore così tanto importante e delicato che ho deciso di tenerla per me, come delega di Giunta. Al termine di questi cinque anni di Governo, i cittadini sapranno a chi attribuire successi o sconfitte in questo ambito. Sono abituato ad affrontare le sfide complesso a viso aperto, mettendoci la faccia. Le difficoltà sono soltanto economiche, ho già detto dello scenario che abbiamo trovato quando ci siamo insediati. A livello politico, posso soltanto ringraziare i colleghi della coalizione che mi sostiene, sia in Giunta che in Consiglio Regionale, per il grande lavoro di squadra che stiamo portando avanti insieme».

 



Il primo aprile entrerà in vigore il nuovo tariffario che taglia i rimborsi su esami e prestazioni. C’è molta preoccupazione su queste misure e l’appello, unanime, al rinvio. Cosa ne pensa?
«Leggo che il vostro giornale si concentra molto sul taglio delle tariffe di visite o accertamenti eseguiti da strutture pubbliche o private accreditate. Ne comprendo il senso, ma la scelta è stata ministeriale. La Regione Lazio, essendo in piano di rientro, non potrà derogare da queste misure, come ad esempio fanno la Lombardia o l'Emilia-Romagna che riescono a coprire la differenza dei costi. Quindi, se non rinviate, entreranno in vigore dal primo di aprile. Speriamo nella proroga di questa misura, scongiurando la chiusura di tante piccole imprese».

Oltre alla salute, il tema dei trasporti paga lo scotto di anni di “congelamento”, si è pensato alla manutenzione ma non alla programmazione di nuove e moderne infrastrutture che mancano da tempo nella nostra Regione, arriverà l’attesa svolta?
«Sulle infrastrutture dobbiamo correre. Anche in questo settore così importante abbiamo ereditato tante promesse ma pochissimi fatti. Basti pensare alla Roma-Latina, che io considero la nostra Salerno-Reggio Calabria. Noi siamo pronti a partire con i primi 13 km, ma occorrono le risorse che arriveranno anche grazie al dialogo costante con il Ministro Salvini. Con Ferrovie stiamo lavorando affinché la linea Civitavecchia – Capranica- Orte torni nella programmazione nazionale. Sono partiti gli espropri per la bretella Cisterna–Valmontone, sono molto ottimista su questo. Un altro collegamento importante come la Roma-Lido è stato oggetto dell’Accordo per lo Sviluppo e la Coesione firmato con il Premier Meloni: arriveranno oltre 100 milioni di euro per restituire ai pendolari una dignità da troppo tempo negata».

Sui rifiuti, le linee approvate dalla giunta puntano all’autonomia delle province e a nuovi impianti per chiudere finalmente il ciclo dei rifiuti in modo virtuoso, una strizzatina d’occhio al termovalorizzatore di Gualtieri?
«Noi abbiamo detto una cosa molto semplice: l’epoca del “non nel mio giardino” è finita. Un solo territorio non può farsi carico dei rifiuti di un’intera Regione. Poi va fatto un ragionamento ulteriore, oltre la pur indispensabile chiusura del ciclo dei rifiuti. L’obiettivo a cui dobbiamo puntare è conferire il meno possibile in discarica e puntare, invece, sul riuso, sul riciclo e rafforzando la raccolta differenziata. Quello che deciderà di fare Roma Capitale, in merito al termovalorizzatore, non dipende certo dalla Regione Lazio».

La cosa che forse più caratterizza questo suo primo anno di governo sono i rapporti istituzionali. Un tavolo aperto con i sindacati che ha portato ad accordi attesi da tempo e soprattutto, con il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, con il quale sembra essere nata una solida intesa. Una pace duratura o una tregua armata?
«No, rifuggirei dalle metafore belliche che, purtroppo, sono riaffiorate nel linguaggio quotidiano di ciascuno di noi. Più semplicemente, io ho cercato di applicare un metodo di lavoro fatto di concertazione, ascolto, dialogo e programmazione con tutti. Non posso pensare di governare il Lazio e non parlare con il Sindaco di Roma che non rappresenta soltanto una parte politica, ma l’intera Capitale».

 

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