Regionali Abruzzo, sfida a distanza Schlein-Meloni: il voto è uno spartiacque
Da oggi, in Abruzzo sarà lavoro sotterraneo di telefono, whatsapp, l’amico o il parente, tabelle. Si entra in "silenzio elettorale". Ieri, invece, gli ultimi fuochi visibili per una terra trasformata, in due settimane, nel crocevia di tutte le leadership politiche nazionali. Anche ieri, giornata che sul piano del centrodestra, ha visto l’attivismo dei due vicepresidenti del Consiglio. Matteo Salvini, leader della Lega, posta su instagram una foto davanti a un trabocco, una delle storiche palafitte dei pescatori sull’Adriatico. Poi visita un cantiere e chiude a Chieti. Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, da Avezzano avvisa: «Sento aria di vittoria. Ma fra l’aria di vittoria e la vittoria c’è ancora tanto da lavorare». Come a dire: pedalare nelle ore che mancano. Dalla parte opposta, quella del campo super-largo, Giuseppe Conte, numero uno del Movimento 5 Stelle, aggiunge un’altra pagina del racconto che da sinistra hanno tentato di scrivere dopo la Sardegna e, da Pescina, nell’aquilano, dice: «Se si scrive una pagina di rinnovamento» nella Regione, «questa andrà a colpire il governo e Fratelli d’Italia, che qui ha creato un suo feudo».
Di Abruzzo poi ha parlato anche Calenda, su Rainews24: l’alleanza con il Movimento 5 Stelle «va bene perché c'è un bravo candidato presidente e si parla di temi regionali, per il resto la distanza con 5 stelle è incolmabile». Dunque, tutti su domani notte, quando dopo le 23 comincerà lo spoglio per decretare o la permanenza di Marco Marsilio alla guida della Regione, sostenuto dal centrodestra, oppure l’arrivo di Luciano D’Amico, espressione di Pd-5 Stelle-Terzo Polo.
"Nervosismo" "Parole che non ho detto": scintille tra Parenzo e Marsilio
È stata una campagna elettorale politicamente distopica, questa, segnata dal tentativo di un "salto di specie" politico ad una elezione regionale dove prevalgono temi territoriali, le persone votano il consigliere con preferenza e non si pensa troppo ai massimi sistemi. Tuttavia, l’effetto allucinogeno, provocato dalla vittoria di Pd-5 Stelle in Sardegna (dovuta alla prevalenza, di poco, della candidata presidente, mentre sul piano liste è arrivato primo il centrodestra), ha spinto il duo Schlein-Conte, con il contorno di giornali e commentatori d’area, a costruire intorno l’Abruzzo un racconto "nazionale". Confidando in una sorta di "contagio" elettorale dalla Sardegna. Non per niente, ieri in Abruzzo è arrivata proprio Alessandra Todde, vincitrice sull’Isola.
Operazione tutto politico-mediatica, ben poco afferente alle dinamiche territoriali, ma che influenzerà i ragionamenti del giorno dopo. Per quanto nella sostanza sia residuale, la battaglia abruzzese avrà un riflesso nazionale nel confronto politico. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha in ballo la solidità del percorso verso l’ingresso nella campagna elettorale per le EuroOre L’intervallo in cui resteranno aperte le urne nella giornata di domani in Abruzzo pee (di mezzo ci sarà il voto in un’altra regione, la Basilicata) e, in parte, anche quella del racconto sulla generazione Atreju che ha accompagnato la costruzione della sua leadership. Il candidato in Sardegna, Paolo Truzzu, fa parte di quel gruppo. Così come l’uscente abruzzese Marco Marsilio. C’è una partita anche interna alla maggioranza, ovvero quella tra Forza Italia e Lega per l’accreditamento come seconda forza della coalizione. Ora, è vero che la sfida sostanziale è alle europee, ma il piazzamento negli step regionali (in Molise e Sardegna gli azzurri sono arrivati avanti) definirà molto anche l’andamento del percorso fino a giugno. Elly Schlein, invece, con questa elezione ha una doppia partita. La prima è sulla propria leadership in affanno.
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La vittoria in Sardegna è arrivata dopo un anno di sconfitte, facendo partire il "contest" ideale per la sua sostituzione. L’Abruzzo, dunque, rientra in questa lotta per la sopravvivenza. Così come nel tentativo di dare vitamina al percorso di alleanza con il Movimento 5 Stelle. Per compiersi va trovata l’intesa sui temi nazionali (dove, come noto, ci sono molte distanze), ma una vittoria territoriale potrebbe alleviare qualche spasmo.