Schlein riparte dal PaleoPd e va in tour con Bersani. Ma è guerra dei sondaggi
Doveva essere il nuovo che avanza, la segretaria giovane che rilanciava il partito combattendo i cacicchi e rottamando il passato. Sono bastati un paio di flop elettorale e qualche gaffes televisiva per riportarla fra le braccia della «ditta». Dopo essersi fatta scortare in Sardegna ora Elly Schlein si porta Pier Luigi Bersani anche in Abruzzo, sperando che il portafortuna non si sia scaricato. E così ieri a Sulmona sul palco insieme alla segretaria e al candidato del centrosinistra Luciano D’Amico è comparso anche lo «smacchiatore di giaguari». «Sono stata con Bersani a Carbonia ed è andata benone. Squadra che vince non si cambia. E poi è una persona di straordinaria generosità, molto amata dalla nostra gente, e sono io felice di essere al suo fianco. Domani sarò invece a Pescara con Stefano Bonaccini» ha dichiarato la segretaria dem. Ma non sarà l’unica occasione di vederli appaiati, il calendario dem prevede una serie di appuntamenti per i prossimi giorni. A dir la verità non è un rapporto nato ieri, già a febbraio Bersani aveva fatto il suo personale endorsement a Schlein: «A me piace, penso sia la persona in grado di fare da ponte tra sensibilità antiche e nuove». Lei aveva ricambiato proprio sul palco di Carbonia, quando erano volati insieme in Sardegna per sostenere la candidata grillina Alessandra Todde, definendolo «un punto di riferimento per tutti noi».
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Il centrosinistra ci crede, convinto del fatto che se il campo largo è riuscito a battere il centrodestra il «campo larghissimo» non può fallire. Una convinzione condivisa anche da Giuseppe Conte che nel frattempo sta girando l’Abruzzo in lungo e in largo, incontrando i cittadini lontano dal palco. E se Matteo Salvini è pronto a scommettere un caffè sulla vittoria di Marsilio, Conte rilancia mettendo sul tavolo un’intera cassa di Trebbiano in caso di vittoria di D’Amico. La verità è che il campo larghissimo non è proprio un esempio di unione. Carlo Calenda continua a ripetere che lui non sosterrà mai candidati dei 5 Stelle dimenticando che è in coalizione proprio con i grillini, Matteo Renzi che fa finta di non essere alleato con Conte e Conte che a sua volta spera che nessuno si accorga della cordata che vede il suo Movimento con Italia Viva e Azione. Questa volta però la chiave non è l’anti fascismo, come è stato per Todde, ma smart working e malasanità. Per il leader del Movimento 5 Stelle in Abruzzo la sanità sarebbe al collasso con liste d’attesa infinite anche solo per una radiografia. Accuse che Marsilio ha bollato come «invenzioni» respingendole al mittente. L’altro argomento forte su cui punta il campo larghissimo è l’assenza del presidente uscente dal territorio. «Governa da Roma in smart working» ha detto Conte. Gli fa eco Schlein: «La battaglia in Abruzzo si gioca sul riscatto di una comunità che è stanca di questi 5 anni in cui sono mancate risposte fondamentali sui temi principali: lavoro, sanità, diritto allo studio e investimenti dei fondi europei. La destra su questo fa il gioco delle tre carte, trovando fondi per alcuni progetti e togliendoli ad altri. Gli abruzzesi hanno visto l’imposizione di un candidato da parte di Giorgia Meloni che non è nemmeno abruzzese e che qui fa il pendolare, ha anteposto la disciplina di partito agli interessi dei cittadini».
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Come tutte le elezioni che si rispettano girano sondaggi interni e per Schlein and company quelli più affidabili sono ovviamente quelli che li danno in rimonta. Anzi ce ne sarebbero alcuni che vedrebbero D’Amico già avanti. Conte non ne fa un mistero «siamo partiti molto svantaggiati nei sondaggi, ma l’effetto remuntada sta emergendo fortissimo». Della vittoria è convinta anche la segretaria dem: «L’Abruzzo roccaforte della destra? È una regione dove si sentono forti, lo vedremo domenica se lo sono...». Schlein confida anche sul meteo: «Ieri Meloni ha detto che la pioggia porta bene? Noi siamo arrivati con la grandine e adesso è già finita, porta più fortuna a noi».
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