botta e risposta
Caso Vannacci, Salvini va all'attacco: "Gli italiani hanno capito"
«Stavo facendo il conto alla rovescia...Uno, due, tre: Vannacci indagato. Vannacci vuole candidarsi con la Lega? Uno, due, tre...indagato». Lo dice Matteo Salvini intervenendo alla Scuola di Formazione della Lega. «Ho letto il suo libro, non ne condivido tutto il pensiero ma a me - conferma - farebbe molto piacere se fosse uno dei nostri portabandiera di valori» alle Elezioni Europee, «ma è indagato: se lo stimavo ieri lo stimo ancora di più oggi». E poi, aggiunge il vicepremier e leader della Lega, «figurati se si fa spaventare» dalle inchieste. «Più ci attaccano e più mi danno la forza di andare avanti», ribadisce Salvini. Il generale Vannacci «io l’ho conosciuto dopo averne letto il libro-scandalo e stavo facendo il conto alla rovescia. Vuole candidarsi forse con la Lega? Tre, due, uno, indagato...». Così Matteo Salvini, dal palco della Scuola di partito della Lega, sull’indagine della Procura militare sul generale Roberto Vannacci. «Sorridiamo - aggiunge - mi metto nei panni di un uomo che ha rischiato la vita per i suoi ragazzi, per questo Paese, per la bandiera, che magari si è fatto qualche antipatia ai vertici quando coraggiosamente combatté contro l’uranio impoverito per difendere i diritti dei suoi ragazzi che non c’erano più». «Sei stato ovunque nel mondo - dice del generale - sei stato in Afghanistan, sei stato in Libano, sei stato ovunque, salvato vite, hai servito il tuo Paese, la brigata Folgore, una delle cose più belle, la Brigata Sassari, il corpo degli Alpini, quello che ti fa a sentire orgoglioso di essere italiano ma poi scrivi un libro e apriti cielo. Un generale non può scrivere un libro. Perché? Poi vende centinaia di migliaia di copie senza case editrici, televisioni o sistemi informativi alle spalle...».
Poi Salvini difende ancora l'operato del generale che, in passato, ha messo a rischio la sua vita in più di un'occasione. Vannacci «a me farebbe molto piacere se fosse uno dei portabandiera della Lega in queste battaglie di libertà, di sicurezza, di civiltà, di democrazia, di coraggio». Lo ha detto Matteo Salvini, parlando alla scuola di partito della Lega. Lui è stato «indagato poi non in un posto a caso, a Mosca ovviamente perché già che ci siamo però io penso che se uno ha rischiato la vita per i suoi ragazzi in giro per il mondo di tutto debba aver paura fuorché di un’inchiesta e quindi se lo stimavo fino a ieri lo stimo ancora di più oggi. E quindi io penso che gli italiani ormai abbiano capito come funziona...».