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Elezioni Sardegna, il post di Truzzu scatena la sinistra
Oggi circa un milione e mezzo di elettori è chiamato al voto per la scelta del governatore e per il rinnovo del consiglio regionale della Sardegna. I seggi sono aperti fino alle 22 mentre lo spoglio inizierà alle 7 di lunedì 26 febbraio. I candidati presidente sono quattro: Paolo Truzzu per il centrodestra con 9 liste (Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Partito sardo d’Azione, Riformatori sardi, Alleanza Sardegna-Partito Liberale, Sardegna al centro 20Venti, Udc, Democrazia Cristiana con Rotondi); Alessandra Todde per il Campo largo a trazione M5s-Pd con 10 liste (Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Progressisti, Alleanza Verdi Sinistra, Uniti per Alessandra Todde, Sinistra Futura, Partito Socialista-Sardi in Europa, Fortza Paris, Demos, Orizzonte Comune); Renato Soru per la Coalizione sarda con 5 liste (Progetto Sardegna, Azione-+Europa-Upc, Italia Viva, Rifondazione Comunista, Liberu, Vota Sardigna); Lucia Chessa per Sardegna R-esiste con una lista.
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I leader nazionali si sono spesi in prima persona in questa campagna elettorale. Mercoledì scorso c’è stata la chiusura unitaria della campagna del centrodestra con Meloni, Salvini e Tajani sul palco. Anche Conte e Schlein si sono recati sull’isola per sostenere la loro candidata, ma Todde ha voluto che al comizio conclusivo non fossero presenti.
La prima rilevazione sull’affluenza alle urne per l’elezione del Presidente della Regione e per il rinnovo del XVII Consiglio Regionale della Sardegna riporta che alle 12 hanno votato, nelle 1.884 sezioni, 266.052 elettori che rappresentano il 18,4 % degli aventi diritto al voto. Nelle elezioni regionali del 2019 alla stessa ora avevano votato: 243.658 su 1.470.401 aventi diritto al voto (16,57%). Nelle elezioni regionale del 2014 alla stessa ora avevano votato: 214.661 elettori su 1.480.332 aventi diritto al voto (14,50%).
Hanno votato tutti in mattinata i candidati alla presidenza della Regione Sardegna, attesi nei rispettivi seggi da telecamere e giornalisti. La prima è stata Lucia Chessa (lista Sardigna R-esista), che attorno alle 9 ha raggiunto il seggio di Austis, il comune del Nuorese di cui l’insegnante è stata sindaca per 10 anni. A Nuoro ha votato Alessandra Todde (Campo largo del centrosinistra), arrivata attorno alle 10.15, con la famiglia, al seggio numero 5 allestito nelle scuole elementari di via Matteotti. La candidata si è poi messa in viaggia per Cagliari dove ha base il suo comitato elettorale. Poco dopo, verso le 10.30 Paolo Truzzu (centrodestra) si è presentato a Cagliari nel seggio 507 dell’Istituto comprensivo ’Randaccio Tuveri Don Milani', in via Venezia 2. Anche Renato Soru (Coalizione sarda) ha espresso il voto nella città capoluogo, accompagnato dalla moglie, nell’istituto tecnico Buccari in piazza dei Centomila.
Le dichiarazioni dei candidati alla presidenza della Regione diventano un caso. Truzzu, Todde, Chessa e Soru hanno parlato con la stampa che li ha attesi ai rispettivi seggi elettorali. Alessandra Todde ha poi affidato a una nota stampa il suo appello al voto, Paolo Truzzu invece lo ha fatto con un post su Facebook e subito è scattata la polemica. "Oggi l’importante è che la gente vada a votare, faccia valere il proprio voto e decida per il presente e il futuro della Sardegna - ha detto la candidata del Campo largo dal suo seggio di Nuoro -. Oggi ciò che conta è l’esercizio democratico del voto". Il candidato del centrodestra ha affidato il suo appello ai social, pubblicando una sua foto col commento: "Che sia una splendida giornata per la Sardegna e per tutto il popolo sardo. Buon voto!". Questa strategia di comunicazione a urne aperte ha fatto storcere il naso agli avversari del Campo largo. "Emergono forti perplessità sul mancato rispetto del silenzio elettorale da parte del candidato della destra Paolo Truzzu - dichiarano all’Adnkronos fonti autorevoli del centrosinistra -, che stamattina ha postato un’immagine di se stesso al seggio mentre infila la scheda nell’urna".
In Sardegna le elezioni sono a turno unico senza ballottaggio e le vince il candidato governatore che prende anche solo un voto in più rispetto agli avversari a prescindere dal risultato delle liste. La governabilità al presidente eletto viene assicurata dal premio di maggioranza: con oltre il 40% dei consensi, la coalizione collegata ha diritto al 60% dei 60 seggi del consiglio regionale; se ottiene tra il 25% e il 40% ha diritto al 55% dei seggi. Se invece il candidato presidente ottiene un risultato personale inferiore al 25% o superiore al 60% si procede con la ripartizione proporzionale. È stabilita una soglia di sbarramento: il 10% dei voti validi in ambito regionale per le coalizioni e il 5% per le liste non coalizzate. Si vota su un’unica scheda di colore verde. L’elettore può barrare il nome del candidato governatore e il simbolo di lista e può esprimere una preferenza scrivendo il nome di un candidato consigliere. Le preferenze possono essere due ma solo se i candidati sono di sesso diverso. Alle precedenti consultazioni, nel 2019, votò appena il 53,7% degli aventi diritto.