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L'Inps certifica lo sperpero M5s: spesi 34,5 miliardi per il Reddito di cittadinanza
Il documento che certifica la voragine voluta, portata avanti e, per anni, negata (anche di fronte all’evidenza) dai Cinque Stelle. Una serie di dati statistici dettagliati, che descrive un Paese spaccato a metà, tra un nord produttivo ricco e un sud ancora in difficoltà. Una montagna di denaro (pubblico, per altro), che avrebbero dovuto abolire la povertà, creare (soprattutto nel Meridione) migliaia di posti di lavoro e porre fine alle disuguaglianze. Il reddito di cittadinanza, la norma simbolo dei Cinque Stelle, è costata oltre 34,5 miliardi di euro. La spesa complessiva, che calcola anche la pensione di cittadinanza erogata dall’aprile del 2019 a dicembre del 2023, data di esaurimento della misura, è al centro di una dettagliata analisi statistica resa nota ieri dall’Osservatorio dell’Inps. Nei 57 mesi presi in esame sono state 1.121.690 famiglie che hanno goduto del sussidio, per un importo medio di 540,38 euro al mese. Molto interessante lo studio relativo alla suddivisione territoriale dei percettori del sussidio. La Campania è la regione nella quale il Rdc ha avuto "maggiore successo".
E se nel 2019 sono state 610mila le persone coinvolte, il numero è salito fino a 922mila nel 2021. Un dato abnorme che continua, non a caso, a garantire ai grillini un enorme appeal politico. Non è un mistero come, alle prossime elezioni che designeranno l’erede di Vincenzo Di Luca, il Pd stia valutando seriamente l’ipotesi di appoggiare il candidato del M5S. Al secondo posto di questa tutt’altro che positiva classifica troviamo la Sicilia, che è oscillata tra i 499mila percettori del 2019 fino ai 733mila del 2021. Sul gradino più basso del podio la Puglia. In questo caso il numero cala (almeno rispetto a Campania e Sicilia) a 257mila nel 2019, per poi arrivare fino ai 362mila del 2021, che fu l’anno col più alto numero di richiedenti per gli effetti disastrosi della pandemia sull'economia italiana. La Campania si conferma la regione col più alto numero di nuclei richiedenti, che oscilla tra il 17,4% del 2019 al 21% del 2023. Lo studio statistico dell’Inps si concentra poi sulla suddivisione per province.
Nella sola Napoli sono state ben 170mila le famiglie richiedenti nel 2019, una cifra che ha addirittura superato le 180mila unità nel 2022. Tra le regioni più virtuose (nel 2019) troviamo la Valle d’Aosta, con appena 2000 nuclei, appena lo 0,1%. Alle sue spalle, a livello percentuale, il Trentino Alto Adige, con lo 0,5% e lo 0,6% del Molise. Una voragine nei nostri conti pubblici, tanti soldi che avrebbero dovuto creare posti di lavoro e non l’hanno, in realtà, mai fatto. Non è un caso che il governo di centrodestra abbia scelto di abolire il reddito di cittadinanza e di sostituirlo con l’assegno di inclusione. Nello scorso luglio lo scontro vide uno dei momenti più aspri quando il capogruppo di Fratelli d'Italia, Tommaso Foti puntò il dito contro l'ex presidente dell'Inps, Pasquale Tridico.
«Una misura assistenzialista, nata con uno scopo demagogico, scritta male, attuata peggio, il che ha comportato enormi danni all’erario». In quell’occasione, venne anche lanciata l’idea di istituire «una commissione parlamentare di inchiesta», perché l'economista grillino «non aveva consapevolmente attivato i controlli, al fine di non far perdere consenso elettorale e personale ai suoi mandanti».