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Omnibus, Boccia avvicina la rottura con Conte: “Grazie a lui Meloni anche dopo il 2027”
Francesco Boccia, capogruppo del Pd al Senato, non le manda di certo a dire a Giuseppe Conte. Il dem, ospite della puntata del 5 febbraio di Omnibus, talk show del mattino di La7 con Alessandra Sardoni alla conduzione, si lascia andare ad un duro discorso nei confronti del leader del Movimento 5 Stelle: “Io non parlo di passato perché se no dovrei chiedere a Conte se ritiene ancora validi i decreti sicurezza di Matteo Salvini. Il Pd fa i suoi congressi e non è proprietà di nessuno. E i congressi indicano la strada. Il Pd di Elly Schlein è un partito di sinistra, nel solco della famiglia del socialismo europeo e mondiale ed ha un avversario, la destra. Su questo cerchiamo di costruire dei rapporti per costruire un’alternativa a questo governo. Il Pd lavora a questo. Ogni giorno in Parlamento e nel Paese lavoriamo con tutte le forze che cercano di costruire una alleanza sulle cose concrete da fare. Io non mi metto a guardare nel passato o nelle differenze, che ci sono, negli altri partiti. Io penso al futuro e a costruire un’alternativa al governo. Se Conte si mette a guardare nel passato dei partiti non lavora in questa direzione. E se continua così Giorgia Meloni resta a Palazzo Chigi anche dopo il 2027”.
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Boccia si è poi soffermato sulla protesta degli agricoltori, che ora minacciano di accerchiare Roma: “Quando ne abbiamo discusso e abbiamo presentato, nella manovra, emendamenti a prima firma Pd per mantenere l’esenzione Irpef il governo ha detto no perché riteneva il dossier agricolo secondario. Questa è la verità. Ora la destra sotto la spinta dei trattori si preoccupa e si affretta a cercare risorse per un settore fino ad ora ignorato”. Sempre colpa di qualcun altro.