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Europee, report terrorizza la sinistra: i numeri del prossimo parlamento Ue

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I dati dell'European Council on Foreign Relations. FdI aumenterà i seggi

Luigi Frasca
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Il Parlamento europeo nella prossima legislatura farà una «brusca» virata a destra. Tanto che Identità e Democrazia, il gruppo in cui militano il Rassemblement National e Alternative fuer Deutschland, potrebbe diventare il terzo dell’Aula, superando i Liberali di Renew Europe. Anche l’Ecr, il gruppo del partito presieduto da Giorgia Meloni, ma solo se assorbisse gli eurodeputati di Fidesz,il partito di Viktor Orban, potrebbe diventare il terzo gruppo, superando Id e Renew. È il quadro che emerge da uno studio dello European Council on Foreign Relations (Ecfr) sulle prossime elezioni europee del 6-9 giugno, basato su recenti sondaggi effettuati in tutti i 27 Paesi dell’Unione e su un modello statistico che tracciale performance registrate dai partiti nazionali nelle precedenti elezioni continentali.

 

I partiti «populisti» anti-Ue, secondo l’Ecfr, sono sulla «buona strada» per emergere come i principali vincitori delle prossime europee, con proiezioni che indicano che potrebbero arrivare in testa in Paesi come Austria, Francia e Polonia, e che otterranno «ottimi» risultati in Germania, Spagna, Portogallo e Svezia nel giugno di quest’anno. Il previsto calo del sostegno ai partiti politici tradizionali, unito ad un’ondata di partiti estremisti e piccoli, porrà con ogni probabilità minacce «significative» ai pilastri cruciali dell’agenda europea, compreso il Green Deal, il continuo sostegno per l’Ucraina e il futuro dell’allargamento dell’Ue, secondo l’Ecfr. Sulla base di un modello statistico gli autori, tra cui i politologie sondaggisti Simon Hix e Kevin Cunningham, ritengono che i due principali gruppi politici nel Parlamento Europeo, cioè il Partito Popolare Europeo (Ppe) e i Socialisti e Democratici (S&D), continueranno il loro percorso discendente, perdendo seggi, come è successo nelle ultime due elezioni. Secondo gli studiosi, anche la formazione centrista Renew Europe (Re) e la coalizione verde Verdi/Alleanza Libera Europea (Greens/Efa) perderanno scranni, mentre la sinistra e la destra populista, compreso il Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (Ecr) e Identità e Democrazia (Id), emergeranno come i principali vincitori delle elezioni, con una «reale possibilità», sul piano numerico, di entrare per la prima volta in una coalizione di maggioranza.

 

Anche se si prevede che il Ppe rimarrà il gruppo più numeroso della legislatura, manterrà il potere di definizione dell’agenda e avrà voce in capitolo sulla scelta del prossimo presidente della Commissione, Hix e Cunningham si attendono che le forze populiste, in particolare dalla destra radicale, siano più forti e che vengano coinvolte nel processo decisionale come non è mai successo, da quando il Parlamento europeo è stato eletto direttamente per la prima volta, nel 1979. Le forze della destra, secondo gli studiosi dell’Ecfr, saranno particolarmente forti nei principali Stati membri fondatori, inclusa l’Italia, dove si prevede che Fratelli d’Italia aumenterà il numero dei seggi ad un massimo possibile di 27 deputati. Le prospettive sono favorevoli alla destra anche in Francia, dove il partito Renaissance di Emmanuel Macron, prevede l’Ecfr, probabilmente cederà terreno al Rassemblement National di Marine Le Pen, che si prevede ottenga un totale di 25 deputati. L’estrema destra dovrebbe andare particolarmente bene anche in Austria e in Germania. 

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