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Alle Regionali il campo largo non c'è, Pd-M5S un amore mai nato

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Edoardo Romagnoli
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Mentre nel centrodestra il rebus delle candidature per le regionali sta scatenando qualche dissapore negli alleati di governo, nel centrosinistra ruota tutto intorno alla questione Piemonte. Oggi era in programma un incontro nei dintorni di Palazzo Lascaris fra dem e 5 Stelle per riuscire a trovare il nome che metta tutti d’accordo. Incontro che però è saltato come ha fatto sapere il segretario regionale del Pd, Domenico Rossi.

«Dopo una serie di interlocuzioni con la segreteria nazionale e la delegazione del M5S abbiamo convenuto sia necessario rinviare l’incontro previsto per domani mattina tra le delegazioni PD e M5S in quanto si ritengono necessari ulteriori approfondimenti. Mi auguro che questo ulteriore tempo aiuti a trovare le ragioni di un’intesa, che, com’è noto il PD persegue da mesi». Lo scoglio più grande è Chiara Appendino che non vorrebbe fare alcun tandem con i dem torinesi, ma se ci fosse l’intesa su un civico potrebbe anche accettare l’idea. Per questo dopo le bocciature di Daniele Valle e Chiara Gribaudo, indigesti ai grillini, adesso il nome nuovo sembra essere quello del presidente dell’Ordine dei medici Guido Giustetto.

La trattativa non è semplice e per questo sarebbero intervenuti anche Elly Schlein e Giuseppe Conte per provare a dirimere la questione. Anche perché, come ha spiegato Rossi, «la discussione che facciamo qui (a Torino, ndr.) non è isolata, ma si inserisce in un contesto sia di livello superiore, sia di livello territoriale». Al momento l’unico accordo già chiuso è sul candidato in Abruzzo, dove si voterà il 10 marzo. Luciano D’Amico, ex rettore dell’Università di Teramo, ha messo tutti d’accordo guadagnando l’appoggio di Pd, M5S, Iv, Azione e liste civiche. Anche in Sardegna, dove si vota il 25 febbraio, la situazione sembra ormai cristallizzata.

I dem hanno accettato Alessandra Todde, vice presidente dei 5 Stelle, come candidata unitaria. Il problema è Renato Soru che dopo lo strappo col Pd, e con la figlia consigliera regionale in quota dem, rischia di drenare voti dal centrosinistra con l’appoggio di Azione. Uno strappo che lo stesso Soru ha spiegato dicendo come il modo per trovare un accordo in Sardegna «c’è stato. Per quattro mesi ho proposto le primarie. Addirittura, dieci giorni fa ho proposto di farci da parte tutti e due e scegliere una candidatura di mediazione» del centrosinistra. «Non è stato accettato neanche questo». Il sindaco di Firenze Dario Nardella ha provato a mediare senza grande successo. «È evidente che una candidatura di questo tipo» in Sardegna «fa più male al centrosinistra che alle destre. Bisogna essere uniti per poter garantire un’alternativa e mi auguro che, fino all’ultimo, qualche opzione si possa verificare rispetto alle ragioni di ciascuno». In Umbria non c’è nessun accordo e l’unico nome che circola è quello della sindaca di Assisi Stefania Proietti. Per il deputato dem Marco Sarracino l’unità non è impossibile da trovare, ma per «unire le opposizioni» è necessario «aprire alle liste civiche». In Basilicata il Pd vorrebbe candidare l’imprenditore Angelo Chiorazzo ma il Movimento 5 Stelle non sembra convinto.

A livello cittadino la situazione non cambia. A Bari il dopo Decaro è tutto in salita. I 5 Stelle hanno rifiutato l’ipotesi primarie avanzata dal Pd. I tre nomi in pole sono: Vito Leccese, ex parlamentare dei Verdi e capo gabinetto di Decaro, Michele Laforgia, il penalista su cui Giuseppe Conte vorrebbe scommettere, e Pietro Petruzzelli che rivendica invece la sua indipendenza sia dal Pd sia dai dem. Se le riserve non verranno sciolte il Pd ha già annunciato la volontà di correre da solo. A Ferrara l’accordo potrebbe essere sull’avvocato Fabio Anselmi, noto per aver difeso la famiglia Aldrovandi e quella di Stefano Cucchi, ma il legale deve ancora sciogliere la riserva sul suo futuro. A Firenze la candidata del Pd è nota ormai da tempo e sarà Sara Funaro attuale assessore al welfare della giunta Nardella. Ma anche qui i dem dovranno fare i conti con una spaccatura. Cecilia Del Re, uscita dal Pd per fondare la sua lista civica «Firenze democratica», sembra essere sul punto di trovare un’intesa con il Movimento 5 Stelle. In ballo ci sarebbe anche l’accordo con Sinistra Progetto Comune, Rifondazione Comunista, Possibile e Potere al Popolo. Ma i liberal vicini a Del Re preferirebbero un tandem con Italia Viva pronta a candidare Stefania Saccardi, vicepresidente della Regione Toscana. Per questo il Pd, nel tentativo di evitare una sconfitta che sarebbe epocale, è al lavoro per cercare di chiudere un accordo proprio con i renziani.

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