retroscena
Pd, Calenda all’assalto di Schlein: “Terrore di allontanarsi dal M5S”. Il retroscena
Carlo Calenda non le manda a dire ad Elly Schlein e a tutto il Partito democratico. L’ex ministro e attuale leader di Azione manda in tilt i dem, avvertendo in particolare gli elettori della sinistra sulla corsa a braccetto di Pd e Movimento 5 Stelle: “Martedì abbiamo lavorato per cercare di arrivare a una risoluzione comune tra Pd, Azione, +Europa e Italia viva. Era cosa fatta. Dopodiché, l’indomani mattina, la dirigenza dem ha sentito il richiamo della foresta dei Cinque Stelle e la mozione unica è saltata. Schlein e la dirigenza dem hanno il terrore di allontanarsi politicamente dal M5S. Così cade l’ultimo tabù. Il Pd vota l’astensione su un’indegna risoluzione dei Cinque Stelle che chiede di interrompere ogni sostegno all’Ucraina, proprio nel momento in cui non solo gli attacchi russi si intensificano, ma Kiev ha un problema di munizioni gigantesco. Giuseppe Conte li vuole lasciare letteralmente disarmati e la dirigenza del Pd si avvita sulla linea dei 5 Stelle».
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Secondo Calenda, intervistato dal Corriere della Sera, «nel giro di questi sei mesi ho visto che su tutta una serie di dossier su cui abbiamo cercato di collaborare con il Pd, come è doveroso fare visto che siamo insieme all’opposizione, alla fine è saltato tutto perché, a detta della dirigenza dem, ‘se non c’è l’accordo dei 5 Stelle’, e non c’era, ‘non si fa l’accordo’. Ho provato di nuovo a proporre un progetto comune su competitività e crescita, dove il governo non sta facendo nulla, ma anche qui non si può fare niente se il M5S non è al tavolo, e Cinque Stelle e competitività sono due parole che non posso stare insieme. Morale della favola, l’attuale leadership dem si autoesclude da qualunque collaborazione con l’area liberal-democratica per la semplice ragione che ogni volta deve chiedere il permesso al Movimento».
In sostanza il Pd è totalmente alle dipendenze del M5S: «Non si costruisce un’alternativa di governo se su tutto - tuona Calenda - si va avanti con i ‘ma anche’, in modo tale che il Pd sta con l’Ucraina ma anche con il M5S che è contro l’Ucraina. Non mi pare poi che sia una strategia vincente, visto che il M5S sta raggiungendo il Pd nei sondaggi. Ma quello che chi vota dem deve sapere è che ogni proposta che noi abbiamo fatto su crescita, sviluppo, sanità, scuola è finita nel nulla, benché il Pd fosse d’accordo, per il no dei 5 Stelle, che a quel punto ha bloccato anche i dem».