risoluzione
Guerra in Ucraina, il M5S e Conte ci riprovano: stop immediato all’invio di armi
Interrompere immediatamente la fornitura di materiali d’armamento alle autorità governative ucraine, ferme restando le misure destinate agli aiuti umanitari; imprimere una concreta svolta per profondere il massimo ed efficace sforzo sul piano diplomatico, in sinergia con gli altri Paesi europei, per l’immediata cessazione delle operazioni belliche, con Italia capofila; adottare iniziative, anche di carattere normativo, volte a una graduale diminuzione delle spese per i sistemi di armamento, che insistono sul bilancio dello Stato, considerata la grave crisi economica e sociale in atto. Sono alcune delle richieste contenute nella risoluzione presentata oggi dal Movimento 5 Stelle in occasione delle comunicazioni del ministro della Difesa, Guido Crosetto, sul DL Cessioni Armi Ucraina.
La risoluzione M5S impegna anche il governo «a rivedere l’accordo raggiunto in relazione allo scorporo dai vincoli europei di bilancio della spesa per la difesa, in particolare quella destinata alla produzione di armamenti e, al contempo, a sostenere in sede europea la richiesta di esclusione dal calcolo del deficit di determinate categorie di investimenti pubblici nazionali produttivi» tra i quali «gli investimenti destinati all’istruzione, quelli in ambito di spesa sanitaria, gli investimenti green, quelli destinati alle energie rinnovabili e ai beni pubblici europei» e «ad adottare misure di carattere normativo volte ad introdurre un contributo solidaristico sui cosiddetti extraprofitti netti conseguiti dalle aziende del settore dell’industria della difesa a seguito del mutato contesto geopolitico internazionale aggravato dal protrarsi del conflitto in Ucraina».
Mentre «si delinea, nel breve periodo, solamente un ulteriore sforzo militare europeo e nessuna concreta e penetrante prospettiva negoziale» si legge nel testo della risoluzione «le aziende del settore difesa hanno registrato una notevole crescita in tutti gli indici» in particolare «le trenta multinazionali dell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza (AD&S) hanno realizzato ricavi complessivi nel core business della Difesa per oltre 315 miliardi di euro, con una capitalizzazione in Borsa di 721 miliardi di euro al marzo 2023, lo 0,8 per cento del valore complessivo delle piazze affari mondiali». «Il nostro Paese - si legge infine nella risoluzione - ha sostenuto, sinora, costi per oltre 1 miliardo di euro per l’invio di armi all’Ucraina». Giuseppe Conte e i suoi ci riprovano: vogliono bloccare il flusso di armi dall’Italia all’Ucraina di Volodymyr Zelensky, in guerra con la Russia.