La cura funziona
Istat e Eurostat: sale il reddito delle famiglie, scendono prezzi e tasse
Un’evidente risalita. Una boccata d’ossigeno per le famiglie italiane. E la dimostrazione palese che la strada intrapresa dalla maggioranza di centrodestra è quella corretta. Continua il forte rallentamento dell’inflazione, che a dicembre, secondo le stime preliminari dell’Istat, vede un indice nazionale dei prezzi al consumo in aumento dello 0,2% su base mensile e dello 0,6% su base annua (da +0,7% del mese precedente). In media, nel 2023 si registra una crescita del 5,7% (+8,1% nel 2022). Al netto degli energetici e degli alimentari freschi (la cosiddetta inflazione di fondo), i prezzi crescono del 5,1% (+3,8% nell’anno precedente). Fredde cifre, ma solo in apparenza. Statistiche che, al contrario, determinano il potere d'acquisto delle famiglie. E più salgono i consumi, più l'economia torna a galoppare. E, nel breve e medio periodo, stimolano anche le assunzioni. Un circuito virtuoso essenziale per il benessere del Paese. Il dato più interessante è quello che riguarda il confronto con lo scorso anno. A dicembre la fase di flessione dell’inflazione è scesa a 0,6% dall’11,6% del dicembre 2022. Numeri di grande interesse, che acquisiscono maggiore dinamicità se confrontati alla realtà europea. Il nostro Paese, dopo gli anni della austerità imposta da Bruxelles e benedetta dal Pd, sta tornando ai livelli che gli competono.
Secondo le stime flash pubblicate da Eurostat, i prezzi nell’ultimo mese dell’anno nei venti Paesi che adottano l’euro sono aumentati del 2,9% rispetto al mese di dicembre 2022. A novembre 2023 l’inflazione su base annuale era del 2,4%. A livello mensile l’aumento dei prezzi da novembre 2023 a dicembre 2023 dovrebbe attestarsi a un livello pari allo 0,2%. L’inflazione è cresciuta prevalentemente nel settore dei servizi, con una variazione dello 0,7%, e in quello dei beni alimentari non processati, dove si nota un aumento dello 0,4%. I Paesi che dovrebbero avere maggiori incrementi di prezzi sono Slovacchia (6,6%), Austria (5,7%) e Croazia (5,4%). Tra le grandi economie spiccano il 4,1% e il 3,8% attesi rispettivamente per Germania e Francia. In Italia l’inflazione su base annua a dicembre è stimata allo 0,5%, quella su base mensile allo 0,2%. Non va poi sottovalutato che è migliorato anche il deficit dello Stato nel terzo trimestre del 2023 e, al contempo, è calata la pressione fiscale, che si attesta al 41,2%, in riduzione di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ma ci sono altre buone notizie: il potere d’acquisto delle famiglie, dopo la brusca caduta del quarto trimestre 2022, prosegue la ripresa. Tale ripresa, iniziata nel primo trimestre 2023, era stata interrotta dalla lieve flessione del trimestre successivo; la stessa dinamica si osserva per la propensione al risparmio, che tuttavia rimane molto al di sotto dei livelli pre-Covid.
Il reddito disponibile delle Per cento Di quanto è scesa la pressione fiscale a dicembre secondo la rilevazione Istat famiglie consumatrici è, quindi, aumentato dell’1,8% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dell’1,2%. La loro propensione al risparmio è stimata al 6,9%, in aumento di 0,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Il potere d’acquisto delle famiglie consumatrici è cresciuto rispetto al trimestre precedente dell’1,3% a fronte di un aumento dei prezzi dello 0,5%. Numeri confortanti, che sottolineano due aspetti incontestabili. La sinistra, che prospettava la distruzione dell’economia italiana e il fallimento dei conti pubblici ha, come spesso le capita, sbagliato mestamente le proprie, nefaste previsioni. Non solo. Per mesi i progressisti hanno parlato di una «frenata certa» e di come, secondo i loro sgangherati convincimenti, i trionfi del primo semestre del 2023 fossero stati solo l'eredità del lavoro svolto dal governo Draghi. Al contrario, queste statistiche evidenziano anche la bontà delle misure economiche e finanziarie preso, fino ad oggi, dall’esecutivo guidato da Giorgia Meloni. Una lunga salita attende l’Italia. Con la consapevolezza che la scalata sarà difficoltosa, ma che la direzione presa è, senza dubbio, quella giusta.