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Mattarella e la “pace giusta”: la soffiata di Breda sul discorso di fine anno

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Sergio Mattarella cercherà di non essere troppo ansiogeno nel suo discorso di fine anno. “Non piace a nessuno, infatti, caricare il futuro di dubbi e incertezze, nel momento in cui si fanno gli auguri. Si rischierebbe di alimentare il pessimismo, con effetti deprimenti, se non paralizzanti, sull’intero Paese. Perché è alla gente comune, non alla politica, che questo tipo di discorso si rivolge”, il ragionamento sul Corriere della Sera del quirinalista Marzio Breda. Il giornalista svela però che il presidente della Repubblica affronterà un tema in particolare, senza soprassedere: “Mattarella non se la sente di trascurare un tema angoscioso e terribilmente concreto come la ‘guerra mondiale a pezzi’, che insanguina il Pianeta e di ignorare le conseguenze che una simile concatenazione di conflitti può avere anche sulle società più evolute dal punto di vista democratico. Si riferirà sia allo scontro avviato quasi tre anni fa dalla Russia sul territorio dell’Ucraina, sia a quello in corso in Medio Oriente, dopo l’aggressione di Hamas a Israele e proseguito con i bombardamenti israeliani su Gaza”.

 

 

“Due ‘crisi destabilizzanti’, fra tante altre, che hanno spinto qualcuno a evocare una catastrofica ‘età del caos’, contro la quale il capo dello Stato vorrebbe un ‘cambio di paradigma’. Per lui, insomma, allo spirito di guerra va contrapposto lo spirito della pace. Che non riguarda ovviamente gli eserciti, ma che ha bisogno di ‘un metodo’ nuovo per gestire anche le politiche all’interno dei Paesi e tra i Paesi. Ovviamente intende una ‘pace giusta’, coniugata a diritti e sviluppo, che non annulli le differenze tra chi ha ragione e chi ha torto, come ha sempre sottolineato”, le anticipazioni del quotidiano sul discorso. Altri passaggi del saluto al 2023 saranno sulle elezioni Europee, sulla Costituzione, sui diritti e sullo sviluppo.

 

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