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Pnrr, la Ue ci versa la quarta rata. Alla faccia dei gufi

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Pietro De Leo
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Ma quali sfaceli, quali ingolfi. Il percorso italiano del Pnrr va avanti e ieri è arrivato il versamento della quarta rata, 16 miliardi e mezzo di euro. Così, il nostro Paese raggiunge il computo totale di circa 102 miliardi, più della metà dei totali 194,4 previsti dal piano. Buone prospettive, poi, ci sono anche per la quinta rata, considerando che sono stati portati a casa tutti i 52 obiettivi previsti e quindi il dossier è al vaglio di Bruxelles. Si tratta, dunque, di una evoluzione che definisce l’affidabilità italiana nella realizzazione del piano (il cui avanzamento, secondo le nuove norme del Patto di Stabilità, interviene anche nell’allungamento del tempo a disposizione per i piani di rientro). «Il pagamento» della rata, osserva un comunicato di Palazzo Chigi, «è frutto del conseguimento, accertato dall’Unione Europea, di tutti i 28 obiettivi e traguardi» che sono legati alla tranche. Obiettivi che «riguardano misure necessarie per proseguire l’attuazione delle riforme in materia di giustizia e pubblica amministrazione, nonché importanti riforme nei settori dell’inclusione sociale e degli apparati pubblici».

 

 

 

E ancora, si legge, «i principali investimenti sono legati alla digitalizzazione, in particolare per quanto riguarda la transizione dei dati delle pubbliche amministrazioni locali verso il cloud, lo sviluppo dell’industria spaziale, l’idrogeno verde, i trasporti, la ricerca, l’istruzione e le politiche sociali». Dunque, «sulla base del Piano così come recentemente modificato dal Consiglio Ue, il Governo Meloni proseguirà nell’opera di piena e tempestiva attuazione del Pnrr, nel quadro della continua e stretta collaborazione con la Commissione europea”. Si tratta di un avanzamento, dunque, anche di sostanza politica considerando la costante complessità delle interlocuzioni con l’Ue. «Grande soddisfazione» esprime, su Facebook, il ministro per gli Affari Europei Raffaele Fitto, che sottolinea come «l’impegno del Presidente Meloni e del Governo era di ricevere i fondi entro la fine del 2023 e lo abbiamo rispettato. Questo è il risultato di un grande impegno collettivo e di una costante e costruttiva collaborazione con la Commissione Europea. Il lavoro sul Pnrr prosegue».

 

 

Sempre dal governo, la viceministro all’Ambiente Vannia Gava osserva: «Si conferma l’ottimo lavoro svolto per contrastare gli obiettivi che ci siamo prefissati per riformare il Paese». E sottolinea che il Ministero dell’Ambiente «ha già conseguito anche quelli per la quinta rata da 10,5 miliardi, accelerando su rifiuti ed economia circolare, per superare anche onerose procedure di infrazione con l’UE». Plauso collettivo arriva poi dalla maggioranza, considerando che il Pnrr è stato uno dei temi di maggiore frizione con la sinistra. «Il pagamento della quarta rata del Pnrr assieme alla manovra di bilancio chiudono un annodi successi targati governo Meloni», osserva il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Tommaso Foti. «Smentito il catastrofismo che la sinistra ha costruito intorno all’avanzamento del piano», osservala deputata melonianaYlenja Lucaselli. Da Forza Italia, il capogruppo alla Camera Paolo Barelli dice: «La sinistra se ne faccia una ragione: siamo un governo autorevole, serio concreto, e soprattutto credibile, in Italia e in Europa». Il presidente dei senatori azzurri Maurizio Gasparri ironizza: «C’è chi come il governo di centrodestra incassa la quarta rata del Pnrr a beneficio dei cittadini e chi come i grillini prima sfasciai conti pubblici e poi versa 300 mila euro di soldi pubblici a Beppe Grillo».

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